Mercoledì 1 maggio 2024, ore 6:45

Servizio pubblico

Rai, allarme sindacati e associazioni: grave incertezza sulla risorse

"Poche settimane per evitare il disastro per la Rai. L’incertezza sulle risorse, l’intervento sugli affollamenti pubblicitari, l’assenza di chiarezza sulla missione alla vigilia del rinnovo della Concessione e l’inserimento nella lista Istat delle pubbliche amministrazioni, mettono in serio pericolo l’autonomia, l’indipendenza e anche il perimetro della Rai Servizio Pubblico. L’insieme di questi provvedimenti rischia di affidare alla Rai addirittura risorse inferiori agli anni precedenti. Questo esporrebbe l’azienda al ridimensionamento delle attività di servizio pubblico con la conseguenza di dover intervenire sulle attività produttive e sull’organico". È l’allarme lanciato in una nota congiunta da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConfSal, UsigRai e AdRai, che chiedono un confronto al prossimo governo. Sul fronte del canone, spiegano, "non si conosce l’entità definitiva dell’incasso. Eppure la Legge di Stabilità ha già deliberato per il 2017 un taglio del 10%. E ciò si va ad aggiungere al prelievo forzoso del 5%, circa 90 milioni, per la legge 190 del 2014. Questo dimostra quanto paventiamo da anni: consegnare il finanziamento del Servizio Pubblico alle mani della maggioranza di turno, o peggio ancora alla fiscalità generale, mina l’autonomia e l’indipendenza gestionale, editoriale e produttiva della Rai". Sindacati e associazioni chiedono "ricavi certi per tutto il periodo della nuova Concessione", sottolineando che "emerge l’idea di un intervento sul fronte degli affollamenti pubblicitari. Nei fatti una riduzione per la Rai, unita alla riduzione del canone, e senza intervenire sulle norme antitrust. Un danno alla Rai in favore dei privati". Lavoratori, giornalisti e dirigenti Rai giudicano "preoccupante che sia sparita dalla Legge di Stabilità la norma promessa per sottrarre la Rai dalla lista Istat, mentre la deroga è stata invece assicurata ad almeno un’altra azienda. Per questo chiediamo sin da ora al prossimo Governo di aprire un confronto serio con i sindacati: senza interventi urgenti entro il 31 gennaio 2017, è a rischio la tenuta del Servizio Pubblico e della reale autonomia dell’informazione, della qualità della produzione culturale e dell’intrattenimento nel nostro Paese".

( 12 dicembre 2016 )

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