Martedì 22 ottobre 2024, ore 5:03

Manovra

Sanità: in arrivo la tempesta perfetta

Ad un passo dalla rivolta dei camici bianchi. Gli stessi "angeli" rimasti lungamente in prima linea per arginare l’emergenza Covid, si trovano ora alle prese con una manovra finanziaria che vuole tagliare risorse e pensioni dal primo gennaio 2024. I sindacati di categoria, con assemblee in tutte le aziende sanitarie, annunciano di voler proclamare anche più di una giornata di sciopero, tra fine novembre e primi di dicembre. La Finanziaria non risponde, nè economicamente nè legislativamente, alle esigenze di un sistema vicino al collasso. Sindacati e lavoratori avevano chiesto più investimenti per la sanità pubblica; sono arrivati 600 milioni alla sanità privata per combattere le liste d'attesa. Poi il colpo di grazia con il taglio alle pensioni. La misura nella legge di Bilancio, denunciano, porterà ad una riduzione delle pensioni fino a 26mila euro l'anno; il rischio immediato è quello di una nuova fuga di professionisti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn): circa 6mila hanno già, o avranno a breve, i requisiti per andarsene e probabilmente lo faranno di corsa per evitare la mannaia sulla pensione. A questi si sommano altri 4mila medici circa che ogni anno vanno in pensione pur non avendo maturato i requisiti. Numeri che vanno ad aggiungersi alla grave carenza di personale negli ospedali. Sulla sanità, dunque, sta per abbattersi la tempesta perfetta. Conquiste ha interpellato il segretario generale della Cisl Medici, Benedetto Magliozzi, per un’analisi della situazione .

Segretario, la sanità pubblica ed i suoi professionisti sono sotto attacco e non da oggi. Cosa ne pensa degli articoli della Manovra relativi al taglio delle pensioni dei medici e alla sanità?
La sanità pubblica in questi anni è stata oggetto di tagli dissennati, pari a quasi 40 miliardi negli ultimi tempi. Considerare un costo anziché un investimento la salute degli italiani è stato un errore strategico, oggi stiamo per assistere ad un ingiusto e ulteriore taglio del rendimento delle pensioni di medici e dirigenti sanitari dipendenti: quasi il 50% del personale, attualmente in servizio, vedrebbe tagliato il proprio trattamento previdenziale dal 5 al 25%. Da qualche giorno siamo chiamati da colleghi che vogliono lasciare il servizio per evitare questa tagliola. Ricordiamo, a chi non lo avesse ben chiaro, che la pensione non è un regalo ma salario differito al lavoratore che ha versato per tutta la propria vita una quota importante del proprio stipendio, con regole stabilite che non possono essere continuamente cambiate in corsa.

É stato già proclamato lo stato di agitazione e probabilmente si terrà una giornata di sciopero al più presto. Pensa che si riuscirà ad ottenere qualche risposta dal governo? Come si pone la Cisl Medici?
Siamo al lavoro con tutta la nostra struttura confederale da qualche giorno e, da quando abbiamo ricevuto il documento ufficiale, abbiamo messo in atto tutte le iniziative per rimediare a questo “autogol”. Il rischio di ulteriore abbandono da parte dei medici è troppo alto per un sistema che vede già mancare all’appello 30 mila medici e 70 mila infermieri. Abbiamo programmato una giornata di mobilitazione che attueremo in uno dei prossimi sabato e una serie di assemblee nei luoghi di lavoro dove ci confronteremo e programmeremo tutte le iniziative da assumere per contrastare queste ingiustizie che non ci piacciono.

Come pensa si possa affrontare, tra le tante emergenze, la carenza cronica di medici di base e il protrarsi delle liste d’attesa?
Abbiamo avanzato diverse proposte, dal favorire il rientro degli studenti italiani che hanno scelto di formarsi all’estero, vittime di un numero programmato all’accesso alla facoltà medica che per anni è stato inferiore alle necessità reali, all’aumento delle retribuzioni ormai fanalino di coda in Europa. Nel mondo mancano 16 milioni di medici e dal nostro Paese continuano a partire specialisti eccellenti che vanno verso sistemi più gratificanti. Le liste di attesa non potranno essere governate se mancano i professionisti, se manca la medicina del territorio. Ora rincorriamo un fenomeno che necessita di tempo e pianificazione: vent’anni di colpevole mancata programmazione delle Regioni e di obsolete norme che hanno bloccato il turnover del personale hanno portato a questo. Non possiamo poi dimenticare che per il medico è difficile continuare a lavorare in un sistema pericoloso. Le vittime di episodi di violenza ormai sono decine al giorno e le continue denunce per presunta "malpractice" scoraggiano i giovani a intraprendere la professione: è ora di pensare alla depenalizzazione dell’atto medico.

Come è possibile che questo Governo possa tagliare ulteriormente risorse alla sanità già ridotte all’osso?
Il diritto alla salute è stato penalizzato da tutti i governi degli ultimi 20 anni, chiunque abbia governato non ha saputo o voluto capire e leggere i numeri che erano sotto gli occhi di tutti: sapevamo che ci sarebbe stata la gobba pensionistica, sapevamo che 5-6 mila posti alla facoltà di medicina sarebbero stati insufficienti, come le poche borse di studio per le specializzazioni. La sanità è stata oggetto di una mancata programmazione, incapace, come in molti atri campi strategici, di selezionare una classe dirigente competente. Occorre un cambio coraggioso di marcia per mettere in atto l’articolo 32 della Costituzione: la salute è un diritto di compimento di cittadinanza.

Un’ultima domanda sui pronto soccorso al collasso. Si stanno diffondendo in Italia quelli privati in cui si paga di tasca propria. Lei che cosa ne pensa?
Anche questo fenomeno era prevedibile: quando un servizio pubblico non risponde ai requisiti minimi, diventa iniquo e nascono tutte quelle realtà che cercano di vicariare alla disorganizzazione, per taluni scientemente provocata, pagando o iscrivendosi nel “ gold membership” di turno... succede in tanti servizi come l’insufficienza di posti a sedere in aeroporti o stazioni: ti iscrivi al club e accedi alla sala confortevole. Io non sono contro il privato ma in sanità il privato deve avere un fine etico che molte volte cozza con il concetto di utili finanziari. Il nostro sistema sanitario è modello di civiltà ed equità, la sostenibilità è solo un problema di organizzazione, le decisioni spettano a chi ha avuto il gravoso compito di decidere per bene della comunità.
Cecilia Augella

( 6 novembre 2023 )

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