Domenica 10 dicembre 2023, ore 15:04

Tecnologia

Smart building, ripartono gli investimenti per migliorare l'efficienza degli immobili

Un parco vecchiotto, poi la pandemia e la guerra. Non sono tempi facili per il parco edilizio italiano sulla strada dell'efficienza energetica e l'impatto zero. Soprattutto pensando agli obiettivi da raggiungere entro il 2030. Obiettivi che prevedono meno 60% di missioni di gas serra degli edifici; riduzione del 14% dei consumi di energia finali degli edifici e contrazione del 18% dei consumi per riscaldamento e rinfrescamento. Un giro di vite stringente con la necessità di affrancarsi dal gas russo (più 13% di efficienza energetica e più 45% di energia rinnovabile con un raddoppio del tasso di installazione di solare fotovoltaico). Del resto, l’edilizia è responsabile di una quota molto rilevante di emissioni (36%) e consumi (40%) a livello europeo. Dal punto di vista degli investimenti per rendere i nostri edifici più efficienti ora qualcosa si rimuove. Secondo il Report Smart Building Italia realizzato dall'Osservatorio Energy&Strategy, “dopo un 2020 caratterizzato da un netto calo, gli investimenti del comparto edilizio per migliorare l'efficienza e l’elettrificazione dei consumi sono ripartiti e, dopo un 2021, vissuto con un ritmo di crescita del 21%, il giro d'affari si attesta a circa 9,5 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti altri 38.560 miliardi tra superfici opache (i cosiddetti cappotti) e vetrate”. Del resto, già di suo, il parco edilizio del Belpaese per il 92% costituito da edifici residenziali, è in gran parte vecchio e trarrebbe giovamento dalle ristrutturazioni: il 62,3% del patrimonio abitativo e il 37,8% di quello destinato ad altri usi ricade infatti nelle classi energetiche F o G, nonostante negli ultimi tre anni gli immobili in Italia abbiano consumato complessivamente meno della media europea, con un calo del 6,8% tra il 2017 e il 2020. “Alcuni incentivi, in particolare il Superbonus – dice Federico Frattini, responsabile dell’Osservatorio e vicedirettore dell’Energy&Strategy - hanno avuto il merito di riportare l’attenzione sull’efficienza energetica degli edifici e di dare una forte spinta al mercato ma hanno anche generato dinamiche ingestibili, a partire dall’aumento smisurato dei prezzi. Crediamo che gli incentivi siano determinanti per centrare gli obiettivi europei di decarbonizzazione (che non possono fare a meno dell’efficientamento del comparto edilizio, responsabile in Europa di circa il 40% dei consumi energetici) ma l’analisi che abbiamo condotto indica che dovrebbero essere strutturali, avere procedure più snelle e rendere il cittadino co-partecipe dei costi almeno per il 10-15%”. Così come vincolanti dovranno essere quelli sulle nuove costruzioni e le ristrutturazioni: la proposta dell'Osservatorio è che “dall’1 gennaio 2027 gli edifici nuovi utilizzati o di proprietà di enti pubblici siano a emissioni zero e, dal 2030, stessa cosa verrà richiesta alle nuove costruzioni e ristrutturazioni profonde, mentre gli edifici già esistenti dovranno migliorare le loro prestazioni energetiche raggiungendo almeno la classe E tra il 2030 e il 2033”.
An. Ben. 

( 23 novembre 2022 )

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