E' stato un venerdì santo di dolore e lutto cittadino a Castellammare di Stabia, cittadina alle falde del Vesuvio e sede della funivia del Faito dove ieri, a causa della rottura di un cavo, una cabina della funivia che collega la cittadina stabiese con la vetta, si è schiantata al suolo provocando la morte di quattro persone, tre turisti stranieri, due inglesi e uno di nazionalità israeliana, e un lavoratore, dipendente Eav (l’azienda trasporti della Regione Campania) che gestisce la struttura, Carmine Parlato, di 59 anni. I corpi delle quattro vittime e il superstite sono stati recuperati dagli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico (CNSAS) e dai militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF) appositamente giunti da Avellino Incolumi invece i nove passeggeri saliti sulla cabina diretta a valle, rimasta sospesa nel vuoto a una ventina di metri dal suolo fino all'arrivo dei soccorritori, che hanno tirato fuori i viaggiatori imbragandoli uno ad uno. Nel loro caso ha funzionato il freno di sicurezza ad evitare guai peggiori. Un solo interrogativo per tutti “com’è potuto succedere” visto che la funivia aveva riaperto dopo la pausa estiva e in condizioni di sicurezza. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo. L'ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso ha sequestrato le due stazioni, quella che era a monte, cioè quella precipitata, e quella a valle, i piloni, le due cabine, il cavo e anche un ufficio dove è custodita della documentazione, peraltro già acquisita dalla polizia di stato di Castellammare. Nel frattempo il presidente Eav, Umberto De Gregorio sostiene che “non ci sia alcuna connessione tra il cattivo tempo e il crollo della cabina. Non lo dico io, lo dicono i tecnici. C'è un sistema automatico. Quando il vento supera un certo livello, la funivia si blocca automaticamente. La riapertura era avvenuta da una settimana dopo “tre mesi di prove tutti i giorni, giorno e notte, con le condizioni, con tutte le radiografie che si fanno alle funi a opera del direttore di esercizio che è un giovane ingegnere validissimo”. “A marzo la funivia era stata oggetto di una verifica da parte degli ispettori di Ansfisa, come previsto dalla normativa sulle ispezioni periodiche, e l'8 aprile Eav aveva inviato alla stessa Agenzia la documentazione tecnica comprensiva dell'esito delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, nonché delle prove non distruttive eseguite sui cavi, accompagnata da una relazione di idoneità dell'impianto” ha affermato il sottosegretario di Stato al Mit Tullio Ferrante. “Oggi è il giorno del dolore, piangiamo l’ennesima vita tolta ad un lavoratore e tre turisti. Ma un attimo dopo bisogna capire il perché di una tragedia alla quale bisogna dare delle risposte dato che la funivia aveva riaperto da una settimana e in condizioni di sicurezza. La Cisl di Napoli e la Fit Cisl Campania esprimono profondo cordoglio ed è vicina alle famiglie delle vittime. Purtroppo continuiamo a parlare di sicurezza ma si continua ancora a morire” è quanto sostengono Melicia Comberiati, segretaria generale della Cisl di Napoli e Massimo Aversa, segretario generale della Fit Cisl Campania.
Raffaella Cetta