Uno sciopero di due ore dei metalmeccanici e una marcia che da piazza San Babila arriverà fino alla Prefettura di Milano. E' quanto deciso dai sindacati dopo l'incidente sul lavoro che ieri a Milano ha provocato la morte di tre operai, mentre altri tre sono ricoverati. Uno è gravissimo. Come spiegato in conferenza stampa da Roberta Turi, segretario generale Fiom Cgil Milano, Vittorio Sarti segretario generale Uil Milano e Monza, e Christian Gambarelli segretario generale Fim Uil Milano metropoli, l'obiettivo è chiedere un tavolo di confronto al sindaco Giuseppe Sala e al prefetto Luciana Lamorgese.
Ieri in un tweet la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha espresso dolore per l’accaduto, chiedendo che le autorità facciano piena luce. “La salute ed il rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono un tema cruciale per la vita delle persone”, ha aggiunto. L’azienda ha un forno che si trova a due metri sotto il livello stradale, utilizzato per la fusione di materiale ad altissime temperature. Ieri pomeriggio tre operai - di 43, 49 e 58 anni - avevano il compito di pulirlo dai residui di lavorazione ma poco dopo aver iniziato il lavoro, sono stati avvolti dalle esalazioni tossiche. Un quarto operaio, di 62 anni, fratello di uno dei tre, si è calato nel tentativo di prestare loro soccorso, rimanendo egli stesso intossicato. Altri due dipendenti di 45 e 48 anni si sono accorti di cosa stava accadendo e hanno dato l’allarme dopo aver tentato di aiutare i colleghi. Sono i due ricoverati in condizioni meno gravi alla clinica Città Studi. Quando i paramedici del 118 sono arrivati sul posto la situazione era già al limite. Tutti e quattro gli operai erano in arresto cardiaco e così sono stati trasportati d’urgenza in diversi ospedali tra Milano e Monza. Per tre di loro non c’è stato nulla da fare, l’esposizione al gas nocivo è stata troppo prolungata, sono morti poco dopo l’arrivo al San Gerardo di Monza e al Sacco di Milano. Le cause dell’incidente sono ancora in via di accertamento, chi era lì parla di ”un’operazione di routine” e non riesce a spiegarsi cosa sia andato storto. I lavoratori parlano di un’azienda molto attenta al rispetto delle norme di sicurezza. La Lamina è una ditta che dal 1949 è specializzata nella ”produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio”. Sul sito della società si legge che il 50 per cento della produzione di ”inossidabili incruditi” è esportata a livello europeo e che tra gli strumenti in dotazione c’è un ”forno di ricottura Ebner”.
(Approfondimento su Conquiste Tabloid)