Città del Vaticano, 24 giu. (askanews) - Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, cita "tre inchieste di docenti universitari" che "demoliscono" il rapporto della commissione indipendente francese sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica, e difende, in una intervista con i principali quotidiani italiani, la scelta dell'episcopato italiano di limitare un'inchiesta storica ai soli abusi avvenuti dal 2000, anziché dalla fine della seconda guerra mondiale come avvenuto in Francia, Germania, Stati Uniti ed altri paesi, e ai soli dati conservati presso la congregazione vaticana per la Dottrina della fede e relativi, dunque, ai processi canonici arrivati a Roma.
"Dal 2000 abbiamo dati sicuri, quelli della Dottrina della Fede", afferma il porporato romano. "Sulla ricerca in Francia mi hanno mandato tre inchieste di docenti universitari che la demoliscono". Lo studio sarà "qualitativo", spiega Zuppi, nel senso che intende "distinguere i numeri grezzi, capire le differenze".
Quanto al secondo report relativo agli abusi negli ultimi due anni in base ai dati dei centri di ascolto diocesani, Zuppi contesta l'idea che non siano dati indipendenti: "Ma sono indipendenti. A Bologna sono tutte donne, professioniste, guidate da una psichiatra".