Città del Vaticano, 31 mag. (askanews) - "Sono stato uno strumento e sono stato mandato a Londra ma il mandatario della Segreteria di Stato per questa acquisizione era Torzi". Così Fabrizio Tirabassi, ex funzionario dell'Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato nel corso del processo in Vaticano dove è imputato per cinque capi d'accusa (peculato, corruzione, abuso d'ufficio, truffa, estorsione) nel quadro della compravendita-truffa di un immobile al centro di Londra, a Sloane avenue 60.
"E' stato mons. Perlasca, in una maniera repentina che già allora mi stupì, ed autorizzato dal card. Becciu, che ha spinto per questo affare", ha, quindi, aggiunto nel corso dell'interrogatorio, condotto dal Pm Alessandro Diddi.
A questa 19.ma udienza del processo che si tiene in Vaticano, almeno nella prima parte, ha partecipato anche il card. Angelo Becciu già ascoltato dagli inquirenti della Santa Sede. Tirabassi ha ricostruito la vicenda ribadendo che la decisione di acquisire il palazzo di Londra fu presa nel corso di una riunione in Vaticano "perchè erano a disposizione le risorse e il Sostituto alla Segreteria di Stato autorizzò ad andare avanti nell'acquisto".
Per quanto riguarda i protagonisti di questa vicenda, sempre Tirabassi ha siegato che fu Crasso ad introdurre Mincione per l'operazione non sapendo però dare risposte sull'iniziale valutazione dell'immobile.
Alla domanda, invece, sul perchè si decise di procedere all'acquisto dell'immobile londinese, Tirabassi ha risposto: "La Segreteria di Stato ha sempre proceduto all'acquisto di immobili, lo ha fatto anche, ad esempio, procedendo all'acquisizione delle sedi delle Nunziature apostoliche".