Città del Vaticano, 30 mar. (askanews) - Nel quadro del processo presso il tribunale vaticano in merito alla compravendita-truffa di un palazzo al centro di Londra, Papa Francesco dispensa il cardinale Angelo Becciu dal segreto pontificio sinora vigente sulla figura di Cecilia Marogna. E' quanto emerge dall'udienza odierna, la undicesima.
Alla precedente udienza, il presidente del tribunale, Giuseppe Pignatone, aveva chiesto direttamente al cardinale sardo, imputato nel processo, se egli fosse ancora tenuto, come precedentemente stabilito, al segreto pontificio, o invece poteva testimoniare, in merito al ruolo svolto dalla donna.
In una intervista del 2020 al Corriere della Sera, Cecilia Marogna, anch'ella sarda, che a più riprese si è presentata come esponente dell'intelligence italiana, confermò di aver ricevuto 500mila euro dal Vaticano: "Rivendico il risultato di aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente per proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche", affermò. "Ho aperto la società in Slovenia per motivi geopolitici: pensavo che la prossima polveriera sarebbe stata quella dei Balcani. E per incrementare rapporti con Paesi come Georgia, Ucraina, Serbia, Bosnia, Slovenia. La mia società Logsic è specializzata in operazioni umanitarie".I soldi, spiegò in quell'occasioen Marogna, "venivano spesi in compensi professionali a me e ai miei collaboratori, in spostamenti, spese vive. Una grossa parte dei 500 mila euro era quella rimasta su un conto poi chiuso per mancata movimentazione. I conti erano due, appoggiati sulla Unicredit di Lubjana". E le spese per borsette e poltrone in pelle? "Ho comprato solo prodotti italiani, tipo Tod's e Poltrona Frau. Dopo tanto lavoro penso di avere il diritto di comprarmi una poltrona", rispose la donna. Che diede anche una sua interpretazione del perché, a partire dalla indagini della magistratura vaticanafu stata tirata in ballo: "A questo punto mi considero un pacco bomba. Inizialmente potevo essere funzionale per spostare l'attenzione dallo scandalo londinese".
All'udienza del 17 marzo, il presidente del tribunale, Giuseppe Pignatone, chiese a Becciu se egli riteneva che valesse ancora il segreto pontificio. "Tendo a confermare il segreto pontificio, ma sono disposto ad accettare quanto sarà deciso dalle autorità", rispose il porporato. Dopo una camera di consiglio, Pignatone rese noto che sulla questione richiederà un'informazione specifica alla Segreteria di Stato.
All'udienza odierna, Pignatone ha reso noto la risposta, arrivata lo scorso 24 marzo, dalla Segreteria di Stato: in un messaggio a firma del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin rende noto di aver parlato della questione direttamente con papa Francesco, "e il papa dispensa il cardinale Becciu dal segreto pontificio".
L'interrogatorio di Becciu proseguirà il prossimo 7 aprile.