Sabato 27 luglio 2024, ore 5:43

Attualità

Cabina Regia Pnrr, le Regioni chiedono maggior potere decisionale

Dopo il via libera della Commissione Ue alla quarta rata del Pnrr, con la revisione impostata dal governo, il ministro Fitto ha fatto il punto con sindacati e Regioni sullo stato di attuazione del Piano. Al centro del confronto anche proposte normative finalizzate alla revisione, con l'introduzione di sette importanti riforme, il potenziamento di diverse misure e il nuovo capitolo REPowerEU, insieme all'implementazione di diversi investimenti previsti nel Piano.
Nel corso della riunione il Ministro Fitto ha condiviso le informazioni in merito al prossimo saldo della quarta rata e alle interlocuzioni in corso per la verifica del conseguimento dei cinquantadue obiettivi connessi alla quinta rata, propedeutica alla presentazione della richiesta di pagamento entro il 31 dicembre. “Con la revisione del Piano - ha comunicato Fitto alle organizzazioni sindacali - è stato portato a compimento un lavoro specifico per la messa a terra di tutte le misure programmate, che ha portato alla ridefinizione di 145 obiettivi strategici e ad una puntuale rimodulazione delle milestone e dei target, dalla quinta alla decima rata”. Con il nuovo Pnrr, insieme alla nuova missione REPowerEU e all'introduzione di sette riforme, sono stati riprogrammati oltre 21 miliardi di euro, con oltre 12 miliardi per incentivare gli investimenti delle imprese, 5 miliardi per nuove infrastrutture e per il potenziamento delle reti, circa 1,4 miliardi per contrastare la povertà energetica e per l'efficientamento energetico dei grandi condomini, 618 milioni per l'implementazione di misure rivolte ai giovani e 750 milioni per rafforzare l'assistenza domiciliare integrata.
Da sindacati e Regioni è arrivata al governo la richiesta di un confronto strutturale e di una maggiore condivisione del percorso. “Siamo favorevoli a un coordinamento delle risorse europee all’interno di un quadro Pnrr - ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - valorizzando, però, le scelte che le singole regioni fanno per i loro singoli territori. Perché sono quelli che funzionano e possono creare sviluppo e aiutare, soprattutto in un momento di difficoltà economica europea e mondiale. a fare tenere il sistema delle nostre imprese e delle nostre produzioni”.
Rilievi sull’attuazione del Piano sono arrivati dall’Ufficio parlamentare di bilancio, che ha sottolineato i ritardi sull’avvio delle gare in tutto il territorio nazionale ma soprattutto nel Mezzogiorno. A oggi, sottolinea un’analisi dell’Upb, si registrano gare per un importo complessivo di circa 45 miliardi (il 25,4% del valore dei progetti) e aggiudicazioni per circa la metà dell'importo messo a gara (22,6 miliardi, il 12,8% dell'importo dei progetti). 
Le Regioni del Centro e del Nord registrano quote di gare avviate rispettivamente del 30,1 e del 27,7%, mentre su progetti localizzati nelle Regioni del Mezzogiorno sono state a oggi avviate gare per un importo pari al 19,3%. Le percentuali di aggiudicazione seguono una dinamica simile, attestandosi sulla metà degli importi messi a gara: 15,2 e 14,1 rispettivamente nel Centro e nel Nord e 9,4 % nel Mezzogiorno. Alla luce dei dati analizzati, tuttavia, evidenzia l'Upb, si può escludere che i ritardi dipendano dal fenomeno delle gare deserte, che rimane di entità marginale. 
L'analisi fa trasparire inoltre la criticità data dall'elevata numerosità di piccoli progetti con soggetti attuatori di natura privata o mista dispersi sul territorio, probabilmente con ridotta esperienza di gestione delle gare. I ribassi sulla base d'asta risultano in media significativi, nell'ordine del 15%, anche se inferiori a quelli medi registrati negli appalti pubblici.
Ilaria Storti

( 6 dicembre 2023 )

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