La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del credito cooperativo si avvicina al traguardo. L’ultima tornata di incontri, che si è tenuta la scorsa settimana, ha segnato degli avanzamenti rilevanti su un capitolo che ai sindacati sta particolarmente a cuore: la formazione. Le sigle di categoria e Federcasse hanno concordato di incrementare di 10 ore il tempo dedicato alla formazione, che vede passare così il minimo annuale da 50 a 60 ore. Previsti poi l’introduzione di uno spazio dedicato alla formazione tecnico-identitaria, anche per i neoassunti, e l’autoformazione e/o formazione a distanza da svolgere in “condizioni idonee”. Intesa anche sul rientro in servizio dopo lunghe assenze (di qualsiasi genere), che sarà accompagnato da un “aggiornamento professionale”.
Il confronto riprende domani e si protrarrà fino al 10 giugno. Federcasse ha manifestato l’intenzione di presentare una bozza conclusiva da sottoporre ai sindacati. First Cisl, insieme alle altre sigle, ha ribadito che la prossima sessione d’incontri dovrà servire a definire l’accordo finale, entrando nel merito dei temi cruciali, tra i quali, anzitutto, quello relativo alla parte economica; punto essenziale della trattativa. I sindacati hanno ricevuto dai lavoratori delle Bcc un mandato forte: oltre il 96% dei partecipanti alle assemblee che si sono tenute per discutere dei contenuti della piattaforma ha dato il suo assenso. Un dato che per le sigle di categoria dimostra che il contratto rappresenta “un tema centrale anche e soprattutto in questo momento storico segnato da incertezza e inquietudine”.
First Cisl, Fabi, Fisac Cgil, Uilca e Ugl Credito puntano ad intervenire su alcuni dei profili che qualificano maggiormente il contratto. A cominciare dall’ampliamento e rafforzamento dell’area contrattuale, al fine di non disperdere il patrimonio umano e professionale del personale del credito cooperativo, per proseguire con l’aggiornamento e completamento dell’assetto complessivo degli ammortizzatori sociali di sistema, anche in considerazione del fatto che le prospettive del Credito cooperativo sono difficilmente prevedibili.
I sindacati chiedono inoltre di rivedere in profondità e prospettiva il sistema di inquadramento del personale, così da renderlo adeguato ai nuovi ruoli; nonché di rendere efficace la formazione che dovrà essere qualificata, qualificante, certificata e identitaria. Massima attenzione anche al tema della conciliazione dei tempi di vita e lavoro, sul quale serve una ricognizione a tutto campo. Al tempo stesso si rende necessario un rafforzamento delle norme riferite alle “Tutele e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, con riferimento ai procedimenti penali, ai fatti connessi all’esercizio delle funzioni, alla responsabilità civile verso terzi ed ai procedimenti disciplinari.
Sul piano salariale, i sindacati chiedono sia riconosciuto “l’atteso adeguamento degli stipendi, anche considerato l’incremento della produttività del settore ed un conseguente aumento della contribuzione al Fondo Pensione nazionale ed alla Cassa mutua nazionale”. Grande attenzione infine, anche ai temi della mobilità territoriale e professionale e della salute e sicurezza.
Carlo D’Onofrio