Rinnovato nella notte il contratto dei Consorzi di Bonifica e di miglioramento fondiario. E’ stato siglato tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Filbi-Uil e Snebi che esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto di una importante negoziazione e dello sforzo congiunto dei lavoratori e della delegazione trattante. La sigla arriva a meno di sei mesi dalla scadenza del contratto e senza aver dovuto mettere in campo alcuna mobilitazione.
Le novità riguardano soprattutto gli avanzamenti nella classificazione, l’implementazione degli scatti di anzianità per gli assunti dopo il 2000 e la nascita dell’ente bilaterale finanziato dal contributo dello 0,75% da parte dei consorzi che svolgerà un ruolo primario nella tutela dei lavoratori anche rispetto agli incentivi al ricambio generazionale nel settore e all’integrazione della malattia per gli avventizi. Per quanto riguarda la parte economica, l’accordo prevede un aumento retributivo sul biennio 2023-2024 del 4.95%, il 3% a giugno 2023 e l’1.95% a luglio 2023. Un risultato importante che porterà, a parametro medio, un aumento complessivo di 91,19 euro e alla maturazione nel biennio di un montante superiore a 2mila euro
“Il rinnovo contrattuale - dichiarano Fai, Flai e Filbi - conferma la centralità dei corpi intermedi e rappresenta un progresso davvero importante per i lavoratori e le lavoratrici del settore, ma è anche un messaggio positivo per tutto il Paese, sempre più colpito dagli effetti dei cambiamenti climatici, come dimostrano anche le recenti alluvioni in Emilia Romagna e Marche, nella consapevolezza che occorre valorizzare il ruolo del comparto come fondamentale per la nostra agricoltura, la transizione ecologica, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la tutela del territorio”.
"La difesa del potere di acquisto dei lavoratori ha ispirato le nostre scelte - concludono i sindacati - a partire dalla decisione di passare da un rinnovo quadriennale a due bienni economici e nell'aver concordato un aumento pari al 4,95% erogato da subito nel primo anno con due tranche, a giugno e a luglio, rispettivamente del 3% e del 1,95%".
Ora la parola passa ai lavoratori che nelle assemblee voteranno per l’approvazione dell’accordo.
Ce.Au.