Stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto integrativo della provincia di Trento che i 9.700 lavoratori edili del territorio aspettano da circa due anni. Le imprese infatti non sono disponibili a dialogare per incontrare le richieste avanzate dai sindacati. Questi i motivi che hanno portato i sindacati di categoria provinciali Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil a proclamare uno sciopero che si svolgerà entro il mese di giugno, ma la cui data è ancora da calendarizzare.
“I lavoratori del settore hanno un bisogno estremo di vedere rinnovato il contatto di secondo livello per avere uno strumento in più per contrastare il carovita - affermano i segretari generali Sandra Ferrari (Fillea-Cgil), Fabrizio Bignotti (Filca-Cisl) e Matteo Salvetti (Feneal-Uil) -. In questo momento il settore va bene e nonostante tutto le imprese hanno rifiutato quasi tutte le nostre richieste”.
Ad oggi le imprese sono aperte solo sulla maggiorazione di 50 centesimi per la mensa e sul trasporto casa-lavoro. Nulla per le trasferte, gli inquadramenti, le indennità e neanche la malattia. Le imprese, infatti, non vogliono farsi carico al 100 per cento dei primi tre giorni di malattia come prevede il contratto provinciale vigente. Per i sindacati questa è una posizione inaccettabile.
“Non possiamo accettare che si torni indietro peggiorando le condizioni di lavoro”, affermano i sindacati che insistono anche in materia di salute e sicurezza chiedendo di mettere nero su bianco nel contratto l’istituzione della figura del responsabile dei lavoratori per la sicurezza territoriale: “Le aziende - concludono Ferrari, Bignotti e Salvetti - devono dimostrare nei fatti che la sicurezza dei lavoratori è una priorità. E che la prevenzione è il primo strumento per ridurre gli infortuni. Ad oggi non abbiamo ottenuto alcuna apertura su questo punto”.
Sara Martano