Servizi ambientali verso un brusco stop. Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale si sono interrotte e il settore si avvia verso lo sciopero generale.
Ad annunciarlo sono Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel. "Le Associazioni datoriali - spiegano - hanno confermato la loro poca lungimiranza rifiutandosi di rinnovare il contratto in modo da adattarlo ai cambiamenti che stanno attraversando il settore e insieme tutelare al meglio i lavoratori. Il contratto è ormai scaduto da 27 mesi ma Utilitalia, Cisambiente/Confindustria, Assoambiente e le Centrali cooperative si sono rifugiate in tatticismi inspiegabili.
"Sono inaccettabili le richieste delle controparti - spiegano - di stravolgimento dell'organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari; cancellazione del sistema delle relazioni industriali; precarizzazione dei rapporti di lavoro; parte economica esclusivamente legata agli indici inflattivi, anche di carattere restitutivo, e alle dinamiche del servizio".
"Per parte nostra non ci lasciamo distrarre da giochetti e torniamo a chiedere: contratto unico e di filiera attraverso l'allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di riciclo; rafforzamento delle relazioni industriali; evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori; sviluppo delle norme sul mercato di lavoro e della formazione continua; miglioramento in maniera armonica della classificazione
del personale; perfezionamento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti; esigibilità contrattuale della clausola sociale; accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le indennità", proseguono. "I servizi ambientali sono un settore chiave, su cui il Pnrr punta molto per lo sviluppo del sistema-Italia. E' quindi assurdo e inaccettabile - concludono - che mentre il Paese chiede al settore di guardare al futuro, le associazioni datoriali su diritti e tutele puntino al passato. Lo sciopero generale è, dunque, ad oggi inevitabile".
Ce.Au.