Mercoledì 1 maggio 2024, ore 23:55

Mostre

Banksy è sbarcato a Reggio Calabria

di ELIDSA LATELLA

Rimanere sconosciuto è stato il segreto della sua notorietà. Stiamo parlando di Banksy, pseudonimo di una mente artistica, la cui attività si è presentata da sola, attraverso i messaggi sociali, conquistando città e spazi, senza chiedere permesso, semplicemente lasciando a bocca aperta il mondo.

“Banksy sullo stretto – arte e impegno civile” è il titolo dell’esposizione “non autorizzata” a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani allestita a dicembre al Palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria, visitabile fino al 26 febbraio prossimo.

Graffiti eseguiti con la tecnica dello stencil ( maschera normografica che consente di riprodurre gli stessi elementi) e murales di critica sociale: la sua arte è sempre realizzata nella dimensione stradale dello spazio urbano.

È stato definito in tanti modi: satirico, sovversivo, detrattore della mercificazione dell’arte, anche se forse la definizione che più si adatta al suo modo di essere è quella di pensatore e artista indipendente. E se molte sue opere realizzate per strada sono state rimosse, rivivono nelle serigrafie, oggi esposte a Reggio. E la street art, la sua “guer rilla art” rivive.

Opere facilmente leggibili da chiunque, caratterizzate da suggestioni narrative unite a dissonanze: una commistione il cui risultato è un messaggio di contestazione.

Apre l’esposizione “Cac - ciatori di carrelli”, in cui spicca il contrasto tra i cacciatori primitivi ed i carrelli del supermercato (una critica al consumismo); colpisce più avanti l’immagine del “tristo mietitore”, in cui la morte, rappresentata tradizionalmente con la falce ed il cappuccio scuro, rivela a sorpresa il sorriso Smile, giallo e nero.

Banksy contesta le contraddizioni della società occidentale, la manipolazione mediatica, la guerra, lo sfruttamento minorile, la repressione della polizia.

Notissimo il suo intervento sul muro che separa la Cisgiordania dallo stato d'Israele (70 km e di 670 km di recinzione con ferro spinato), struttura contraria al diritto internazionale: Banksy su quel muro ha realizzato nove opere, dando voce ai bambini che non vogliono quella barriera, e la sfidano con paletta e secchiello.

A Reggio parlano chiaro tante serigrafie contro la guerra e l’i pocrisia dell’Occidente: tra le altre il lanciatore di fiori ( Flower thrower , che rappresenta un manifestante che invece di lanciare una bomba lancia un mazzo di fiori); e quelle su sfondo rosa pop: Love Bomber, la bambina che abbraccia la bomba, e Grannies, le nonne che lavorano a maglia pullover con messaggi sovversivi.

E ancora la critica allo sfruttamento degli animali: scimmie, leopardi, topi sono i protagonisti di tante opere di Banksy.

Le prime, i parenti più stretti dell’uomo, spesso derise, appaiono pronte ad un riscatto; i secondi sono protagonisti dell’opera Barcode, i terzi appaiono amati in modo indiscutibile dall’artista, perché i topi sono il simbolo di chi riesce a vivere ai margini della metropoli, ma a disturbare e a far parlare di sé, nonostante la marginalizzazione.

E che dire della banconota da 10 sterline, in cui al posto del volto della regina Elisabetta troviamo quello di Lady Diana?

Non manca infine una parete allestita con copertine irriverenti per dischi, a riprova anche di un territorio in cui l’arte e la musica si incontrano, che è quello del cambiamento sociale, dell’impegno civile.

La vena dissacratoria di Basnky è nota per tanti comportamenti: il misterioso autore spesso si è recato in gallerie d'arte blasonate appendendo clandestinamente opere che incrociano sfondi artisticamente noti con dettagli fuori tempo.

A Venezia durante l’inaugura zione della 58ª Biennale nel 2019 ha realizzato su un muro scrostato di un edificio disabitato, vicino all'Università Ca’ Foscari, il murale Naufrago bambino a sostegno dei migranti bloccati in mare dalla chiusura dei porti. Non è mancata una denuncia penale a carico di ignoti, anche se la stessa Sovrintendenza ha riconosciuto che il Naufrago bambino è un’opera d’arte e va conservata.

E ora le idee di questo pensatore indipendente sono in mostra a Reggio, terra di sbarchi, città al centro di un Mediterraneo in cui da troppi anni si muore. Presente simbolicamente, nell’esposizione, lo zerbino con la scritta Welcome, ricavata da materiale usato per i giubbotti di salvataggio.

Chi è Banksy? Un uomo, una donna, una squadra di artisti?

Forse non lo sapremo mai. Di certo è un modo di pensare, di guardare le cose da un altro punto di vista. Dissonante. E in quanto tale, in grado di cogliere le contraddizioni di una società troppo autorefenziale.

( 16 gennaio 2022 )

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