Sabato 1 aprile 2023, ore 7:14

Arte

Bronzino: ut pictura pöesis

di STELLA FANELLI

"Si è dilettato costui e dilettasi ancora assai della poesia”. Con queste parole Giorgio Vasari ascrive il pittore più acclamato alla corte del duca Cosimo I alla categoria di quegli artisti che rivelano una natura doppia: Agnolo Tori di Cosimo di Mariano soprannominato Bronzino nacque a Firenze nel 1503 e fu la dotta penna al pennel dotto pari!

Poeta e pittore finissimo raccoglie consensi e fama per i versi che scrive ispirati alla poesia di Francesco Berni di cui fu uno dei più originali imitatori capace di celare in versi giocosi anche profondi e inattesi significati “filoso fici”, per quelli modellati sulla lirica petrarchesca ma soprattutto per i suoi dipinti realizzati secondo il principio oraziano dell’ ut pictura poësis . Allievo di Pontormo da cui assimila la maniera di rendere i volti, la capigliatura, le anatomie e il cromatismo ha come il suo maestro in Michelangelo il suo assoluto. È in Firenze il centro vitale della sua maturazione culturale e religiosa: frequenta assiduamente Benedetto Varchi, Luca Martini Antonfrancesco Grazzini, Laura Battiferri. Sono personalità che plasmano quella cultura letteraria dell’artista che lo avrebbe condotto a elaborare una tipologia di ritratto intellettuale e “par lante”. Bronzino cerca gli onori dell’alloro, e tesse dialoghi spirituali e lirici attraverso i quali rivela la sua cultura classica e l’ossequio al magistero di Petrarca. La Firenze di Cosimo I è città vivace, di orientamenti religiosi e artistici liberi ed eclettici: gli artisti, ora eruditi, escono dalle botteghe e partecipano della vita culturale delle corti.

Per il Bronzino la svolta arrivò nel 1540, proprio quando i suoi servigi furono richiesti da Cosimo I de' Medici, Duca di Firenze dal 1537, illuminato e pretenzioso mecenate che anima una ambiziosa campagna di progetti artistici e culturali volti a celebrare il suo nome, il suo governo e creare con-senso intorno alla sua auctoritas . Il primo progetto che venne affidato all'artista fu la decorazione della cappella di Eleonora di Toledo, la moglie spagnola del Duca, a Palazzo Vecchio. Il colore è vettore di luce e raffinatezza, tinte fredde e smaltate, e i richiami alla sapienza biblica impreziosiscono il significato profondo del soggetto. Ma Bronzino brillerà nella ritrattistica: nei suoi anni d’oro esegue i ritratti, conservati agli Uffizi, di tutti i membri della dinastia regnante, celebra la restaurazione della signoria dei Medici, rappresentati come incarnazione di superba verità, li immerge in una solennità, fissandoli come gemme nella Storia. Da Michelangelo impara a studiare e valorizzare i corpi, nelle cui torsioni esprime l’anima nelle sue moderne contraddizioni. La sua cifra stilistica emerge già nei ritratti

virili degli anni ’30, colori freddi vogliono rendere i valori morali dell’individuo, esaltarne la forza nella figura. Sembra quasi voler trasformare la carne in marmo, impietrire i soggetti, renderle statue nello splendore freddo dell’alabastro, corpi superbi che tendono all’immobi lità della scultura. Dell’arte del ritratto Bronzino è maestro e appartiene a quella seconda fase del manierismo che privilegia il carattere sofisticato da dare alla Pittura non seconda nella disputa sulla maggioranza delle arti alla Scultura, e sarà il ceto aristocratico (notevoli i ritratti di Lucrezia e Bartolomeo Panciatichi) a ‘veder si’ rappresentato dentro quadri dal disegno aulico in cui a parlare saranno le virtù, il potere, il carisma esercitati in una società e in un tempo di ambiziosi orizzonti.

Bronzino non rinuncia a dire dipingendo: i suoi quadri collocano l’artista perfettamente e consapevolmente all’interno del suo contesto culturale — e quindi anzitutto all’interno dell’Accade mia Fiorentina — con una particolare sensibilita`letteraria che lo vuole dentro e fuori il canone. La sua poesia in burla è seria e dipingendo il nano Morgante nel 1553 rivendica l’autorevolezza della pittura e dell’ispirazione burlesca. Sono inoltre significativamente numerose le rime di corrispondenza con i protagonisti della seconda vita culturale e politica di Firenze e quelle encomiastiche per Cosimo per il quale esibisce sincera fedeltà e speranza nelle sue doti di protettore delle arti e costruttore di una nuova età ritraendolo nella veste di Orfeo.

La critica comincia a prendere in seria considerazione il pensiero religioso eterodosso di Bronzino che nei versi, in particolare, veicola e sostiene tematiche valdesiane. Cosimo aveva lasciato circolare nell’Accademia fiorentina idee religiose filoriformate; ma tutto cambia con il suo riavvicinamento a Roma dopo il 1549 e l’ar rivo a Firenze dei gesuiti. Il pittore e poeta lega il suo nome a quello di eretici e intellettuali dalla religiosità eversiva, raccoglie la spiritualità tormentata del Pontormo di cui deve terminare gli affreschi in San Lorenzo di chiara fede luterana, ma non paleserà mai apertamente la sua visione della cristianità, lasciando il proprio cuore nel mistero.

Il Bronzino muore a Firenze nel 1572, sepolto nella chiesa di san Cristoforo degli Adimari.

( 7 marzo 2023 )

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