Mercoledì 2 luglio 2025, ore 3:30

Libri

Disperatamente ribelle

di STELLA FANELLI

Nelle tumultuose ore che seguirono la morte di Caligola mentre il Senato nel più disordinato e inquieto degli scenari voleva la restaurazione della Repubblica i pretoriani imposero Tiberio Claudio come successore. Si ritroverà inaspettatamente imperatrice Valeria Messalina la donna il cui nome ci giunge attraverso i secoli macchiato dalla calunnia e di cui invece la Storia conosce la solitudine, la rabbia e la disperata ricerca di libertà. Le donne nell’antica Roma conoscono un solo destino quello che prescrive loro silenzio, sottomissione agli uomini della famiglia e allo Stato.

La società romana era articolata su gerarchie rigide ma una differenziazione piu` generale tagliava trasversalmente tutte le categorie sociali: la differenza tra uomo e donna. Inferiore giuridicamente, la donna era chiamata a assumere ruoli complementari all’interno di una società e della sua morale in cui esibire dignità e divenire un modello celebrato ed esemplare di comportamento. Si impone quindi una necessaria mitopoiesi per un uso paradigmatico-educativo, di personaggi femminili, veri o leggendari, capaci di una forza e di una virtù con cui viene celebrato l’onore della città: eroine che muoiono per affermare il valore della fedelta`coniugale e della verginità, madri che sacrificano se stesse per i figli e Roma. Durante il periodo del collasso della repubblica, ed in seguito per tutta l’eta` imperiale, saranno molte le figure femminili scelte per incarnare il principio ben chiarito da Cicerone e Sallustio, che esiste un’antiteticita` tra temperantia e continentia da una parte, libido e imperium dall’altra. Nel I secolo a.C la penetrazione dei costumi morali dell’Egitto aiuta Roma a riconoscere e tributare alla donna un peso più significativo, si afferma un modello di donna che ormai sapeva orientare la vita e la Fortuna dello Stato, ben muovere le fila della politica anche non avendo riconoscimenti pubblici e che poteva vantare prerogative ed onori ora pubblicamente riconosciuti. Messalina è dunque una donna che patisce una crudele subordinazione e, appena quattordicenne,

dovrà sposare l’uomo che l’interesse di Roma le imporrà, un uomo molto più vecchio di lei, storpio e balbuziente a cui darà due figli. Le viene strappato il diritto all’amore e alla giovinezza ma quando si ritroverà imperatrice cercherà la sua rivalsa, colmando il vuoto della sua vita però con amori squallidi che non le restituiranno quanto aveva perduto.

Disperatamente ribelle Messalina divenne una donna scandalosa agli occhi di quella società che le aveva inflitto infelicità e insoddisfazione e che ora si sentiva offesa dal suo insaziabile bisogno d’amore. Plinio il Vecchio, Giovenale ci raccontano di una seduttrice che si concedeva nei postriboli con il nome di Licisca, bellissima e perversa coltivava il vizio e cercava il piacere. Il più travolgenti degli amori che visse le suggerirà l’occasione di una felicità da comprarsi col sangue. Messalina vorrà la morte di suo marito e Roma la punirà ordinando alla memoria di dimenticarla. Il canto di Messalina è un romanzo storico che scandaglia tutte le fonti letterarie in cui ancora vive una donna perduta di cui i poeti e la Storia hanno conservato e mai perso le tracce.

( 1 agosto 2022 )

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