Ancora una volta Milano rivolge uno sguardo alla condizione femminile in occasione della Giornata Internazionale della giustizia (17 luglio), istituita il 1 giugno 2010 dall’Assemblea degli Stati Parte della Corte penale internazionale, durante la Conferenza di Revisione dello Statuto di Roma svoltasi a Kampala(Uganda) nel medesimo 2010. Lo fa attraverso una mostra fotografica, “Women for Justice”, che rimarrà aperta dal 20 al 31 luglio presso la sede dell’ADI Design Museum di Milano. La mostra prodotta dall’imprenditrice culturale e attivista per i diritti delle donna Claudia Conte, in collaborazione con ADI Design, che a sua volta si fa portavoce attraverso l’arte e il design di quella che è la pari opportunità dei diritti umani, si pone l’obiettivo di liberare la donna dall’immagine stereotipata di vittima e soggetto passivo a cui viene troppo spesso rilegata nei contesti di guerra e violenza, per sottolineare attraverso le immagini la sua significativa presenza attiva in contesti estremi, con un focus speciale sulle donne afghane e ucraine, ribadendone il loro ruolo di portatrici di pace.
L’allestimento, curato dall’orientalista antropologa Francesca Grisot PhD, si avvale delle opere fotografiche di cinque artiste contemporanee: Tetyana Erhart (fotografa ucraina), con i cui scatti, dedicati al lutto della donna ucraina, si apre il percorso della mostra; Fatimah Hossaini, Roya Heydari, Tahmina Alizada, e Sahraa Karimi (regista), che presentano attraverso le loro fotografie un’ immagine della donna afghana “lontana dagli stereotipi” comuni. Un filo conduttore comune a tutte le opere è rappresentato dal ricamo. Ricamo floreale con filo nero degli abiti a lutto ricchi di simbologie e storia (risalente alle incursioni Tartare del XVI/ XVII secolo) con cui sono immortalate le donne ucraine nelle fotografie di Tetyana Erhart, ricami oggi ancora attuali nelle creazioni delle donne di Leopoli, che in questi mesi ne producono per raccogliere fondi da inviare ai loro uomini in guerra. Ricami afghani, rappresentati in mostra dalle miniature prodotte dalle ricamatrici aderenti al progetto Goldusi, Deutsch Afghanische Initiative: una preziosa iniziativa
a favore dell’empowerment femminile ancora attiva, sviluppata in Afghanistan durante i 20 anni di pace e che rappresenta oggi l’unica forma di lavoro permessa dai talebani (una resilienza femminile), a oltre 200 donne sparse nei villaggi rurali del paese. Un arazzo di 9 metri per 4 “Una Guarnica per l’Afghanistan”, come benvenuto alla mostra di un giovane artista italiano, per rappresentare l’aspirazione alla libertà del popolo Afghano attraverso numerosi simboli come quello di un volto femminile velato che guarda ad un banco, allegoria del diritto all’istruzione negato alla donna. Infine un focus particolare è riservato alla comunità afghana degli Hazara (a cui appartengono le quattro artiste afghane presenti in mostra), perseguitato e discriminato fin dalla fine del XIX secolo in Afghanistan per ragioni etniche e di fede, la cui sopravvivenza ora più che mai con il ritorno dei talebani è in grave pericolo. La mostra è accompagnata da una serie di eventi, a partire dalla serata inaugurale del 20 luglio con la presenza delle artiste e di numerosi significativi personaggi, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica con la loro esperienza su questioni quanto mai importanti come la pace e la parità di genere, ancora tanto in discussione ai confini del nostro mondo.
Women for Justice, ADI Design-Milano, 20 luglio-31 luglio