Martedì 1 luglio 2025, ore 3:41

Libri

Il ritorno di Rocco Schiavone

di ENZO VERRENGIA

È un Rocco Schiavone extralarge quello del nuovo romanzo che gli dedica Antonio Manzini, “Il passato è un morto senza cadavere”. Ma va bene lo stesso. Perché funziona. E non solo grazie all’incarnazione televisiva conferitagli da Marco Giallini, bensì per la forza originaria della prosa di Manzini.

Con Schiavone l’autore ha creato un Vicequestore che spicca nettamente nel sovraffollato organico italiano dei suoi colleghi letterari. E questo non di certo solo per via del fatto che è uso a fumare canne. Il protagonista seriale di Manzini ha un carico di umanità difficilmente riscontrabile fra tanti segugi fittizi spesso utilizzati solo come fili conduttori di indagini meccaniche, inverosimili e ripetitive anche quando ritagliata da autentici casi di cronaca nera. Schiavone no. Lui si muove sullo sfondo cupo di un esilio coatto ad Aosta per scontare un peccato originale che non è solo l’assassinio della moglie Marina, ma anche quello del suo intero vissuto. Da pischello trasteverino con vocazioni delinquenziali a tutore dell’ordine che nello stesso tempo frequenta i suoi vecchi amici, niente affatto redenti.

Due di loro, Brizio e Furio, saranno indispensabili per chiudere il caso che si dipana da un capo all’altro del libro e della penisola, perché Rocco li utilizzerà come inviati speciali e ufficiosi, di prassi anche negli altri episodi della serie. Questo parte dall’assassinio di un ciclista, Paolo Sanna, nei dintorni di Aosta. L’uomo non è del posto e ha una scia di nomadismo inspiegabile. A meno che non si tratti di uno in fuga. E lo è. Dal passato, certo: lo annuncia il titolo in copertina. Un passato irto di domande senza risposta. Schiavone mette in moto l’intera sua squadra. Deruta, il viceispettore Scipioni, gli agenti Casella e D’Intino, con il supporto di Michela Gambino, della scientifica, e Alberto Fumagalli, l’anatomopatologo. Tutti insieme poco appassionatamente, grazie agli attriti e alle complessità dei rapporti interpersonali, eppure funzionali, efficienti e ligi al dovere. L’omicidio di Sanna si prolunga in una catena di morti per nulla casuali. E si aggiunge la scomparsa della giornalista Sandra Buccellato, con la quale Schiavone ha avuto una burrascosa non-relazione. Le due inchieste non s’intrecciano sul piano del plot, però assorbono in egual misura le risorse caratteriali e investigative del Vicequestore. Per lui si tratta su entrambi i fronti di scavare in un passato che ha tutte le connotazioni di un cuore di tenebra di stampo conradiano.

( 9 gennaio 2025 )

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