Sabato 20 aprile 2024, ore 1:18

Filosofia

L’imprevedibile Machiavelli

di LELLO GURRADO

Dici Machiavelli e la mente va diretta al “Principe”, la sua opera più famosa. Ma prima ancora di parlare del pensiero dello scrittore e di tutto quello che ci ha trasmesso, c’è un’altra cosa da chiarire: si chiamava Machiavelli con una sola “c” o “Macchiavelli con due “c”? Il quesito ce lo portiamo appresso sin dai tempi del liceo e, se è vero che la maggior parte degli storici propende per una sola “c”, come mai proprio sulla statua a lui dedicata che si trova all’ingresso degli Uffizi, a Firenze, c’è scritto Macchiavelli con due “c”?

Questa premessa per dire che l’illustre fiorentino, nato nel 1469 e morto il 21 giugno del 1527, è sempre stato imprevedibile, in tutto, cognome compreso. È stato, è il caso di dirlo, assolutamente machiavellico (o macchiavellico).

Ma torniamo al “Principe”.

Scritto nel 1513, quando Machiavelli aveva 44 anni, è un saggio critico di politica, in cui lo scrittore fiorentino elenca le qualità che dovrebbe avere chi governa e come fare ad acquisirle e metterle in pratica. I metodi non sono semplici, ma al contrario molto complessi e complicati giustificati, secondo Machiavelli, dalla “ragion di Stato”.

Come è facile intuire “Il Principe” suscitò subito molto clamore e le polemiche che lo accompagnarono fecero nascere il termine di “machiavellismo”, ovvero un pensiero acuto, sottile ma spesso anche spregiudicato.

Ma non c’è soltanto “Il principe”. Niccolò Machiavelli è anche l’autore della commedia considerata dai critici un autentico capolavoro del teatro del Cinquecento: la “Mandragola”, una feroce satira sulla corruzione politica dilagante in Italia.

Mandragola, per mera curiosità, è il nome di una pianta le cui radici erano considerate afrodisiache.

Poi “Belfagor arcidiavolo”, ovvero “Il diavolo che prese moglie” e “Clizia” una commedia in cinque atti che ruota intorno al personaggio di una adolescente che fa innamorare tutti gli uomini che la avvicinano. La vogliono sposare un soldato francese, un soldato napoletano, un servo, un fattore...

Clizia alla fine del quinto atto ancora non si è sposata, mentre il suo creatore, Machiavelli, dal 1502 era diventato il coniuge di Marietta Corsini, dalla quale avrebbe avuto quattro figli: Piero, Bartolomea, Bernardo e Guido. Un matrimonio sereno? Felice? Ma quando mai... Secondo voi in vita sua Niccolò Machiavelli, pensatore dall’animo inquieto, ha mai trascorso veri momenti di serenità? La sua unione con Marietta Corsini è stata lunga, durata fino al giorno della morte dello scrittore, ma alquanto turbolenta, con frequenti litigi o e incomprensioni, come era machiavellicamente ipotizzabile.

( 21 giugno 2022 )

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