Lunedì 11 novembre 2024, ore 12:45

Mostre

La cartografia e la famiglia De Agostini

di ELIANA SORMANI

L’uomo, ha cercato fin dall’antichità di definire il territorio in cui vive tracciando mappe e carte geografiche capaci di guidarlo nelle sue imprese commerciali, militari o esplorative.

Già i popoli babilonesi e fenici usavano disegnare il territorio attraverso incisioni rudimentali tracciate su tavolette in argilla, mentre i greci con Tolomeo (II d.C.) crearono la prima carta geografica articolata del mondo, punto di riferimento per tutti i popoli per più di mille anni. Si deve arrivare tuttavia all’età moderna per poter parlare di planisferi e carte geografiche disegnate con metodi scientifici, di cui la più nota è quella di Mercatore (1512-1594), nata sulla base delle osservazioni dei grandi esploratori. Con il Novecento le tecniche della cartografia si perfezionano sempre di più coprendo ogni angolo della terra e raggiungendo una fascia di pubblico sempre più ampio che inizia ad apprezzarne l’uso a scopi prevalentemente turistici e didattici quali strumenti fondamentali per lo studio della geografia. Nella storia della cartografia italiana del XX secolo non si può non parlare della famiglia De Agostini, che a partire dal 1901, quando il suo capostipite Giovanni fondò a Roma l’omonimo gruppo poi passato sotto la guida di quattro generazioni di azionisti delle famiglie Boroli e Drago, ha permesso a tutti di conoscere il pianeta terra dal punto di vista fisico e politico, dando l’opportunità a giovani e a meno giovani di compiere, prima con la fantasia e poi concretamente, viaggi intorno al mondo attraverso le sue numerose mappe. Le carte geografiche della De Agostini hanno segnato un’in tera epoca, a cui oggi, nel mondo dominato dalla digitalizzazione e dai satellitari, guardiamo con una certa nostalgia, privati della capacità onirica e immaginativa che solo l’ignoto era capace di regalarci.

In parte per questa ragione e per il desiderio di conservare un patrimonio cartografico che si può definire a tutti gli effetti artistico, Giovanni Gabriele De Agostini, fondatore nel 2016 dell’Associazione Italgeo, sta portando il ricco patrimonio cartografico famigliare in giro per il mondo attraverso mostre ed eventi con l’obiettivo di far conoscere il lavoro realizzato da tre generazioni della sua famiglia.

La passione per la cartografia Giovanni Gabriele De Agostini l’ha ereditata senza alcun dubbio dal padre e prima ancora dal nonno e dallo zio, in quanto l’interesse per la geografia e per la sua rappresentazione grafica appartiene al DNA della sua famiglia.

Come lo stesso racconta nell’o pera “Custode di memorie” l’I stituto Geografico De Agostini nasce a Como, dove nel 1896 Giovanni, suo nonno, definito il padre della cartografia italiana, dopo aver conseguito la laurea in geografia e aver studiato alcuni anni in Germania, nazione specializzata nella produzione di carte geografiche, crea i primi laboratori cartografici italiani che rimangono nella città lacustre fino al 1906, quando vengono trasferiti a Novara. In Italia Giovanni completa i suoi studi frequentando l’I stituto Geografico militare di Firenze e l’Istituto idrografico della marina di Genova editando il suo primo atlante l’”Atlante Limnologico” dei laghi italiani per la Reale Società Geografica Italiana, dando il via ad una lunga serie di pubblicazioni scientifiche che lo conducono a diffondere nella nostra penisola il sistema di produzione delle carte su base scientifica, cioè basata sui rilevamenti geografici, mentre in precedenza le carte erano più legate all’arte pittorica. Dopo aver fondato nel 1901 a Roma l’Istituto che porta ancora il suo nome e che dirige fino al 1921 quando l'azienda viene messa in liquidazione, crea a Torino l'azienda Cartografia Fratelli De Agostini con i due figli Federico e Giulio. Le sue carte e i suoi atlanti diventano un importante strumento per diffondere la conoscenza della geografia, tanto che nel 1927 riceve una ricompensa dal Ministero dell'Economia su raccomandazione del Ministero dell'Istruzione per aver contribuito alla cultura nazionale. Nel 1928 trasferitosi a Milano fonda la Società De Agostini e in seguito diventa presidente della casa editrice “Italgeo”. Realizza molti atlanti tascabili e scolastici (capolavori dei suoi ultimi anni), tra cui 'Imago Italiae' con illustrazioni pittoriche (chiamata Geopittorica), molto amate dagli studenti e 'Italia Viva', un libro scolastico per le elementari pubblicato dal 1935 al 1970. Alla sua morte avvenuta nel 1941 lascia oltre 130 opere e libri.

In famiglia Giovanni non era l’u nico a nutrire la passione verso la geografia, anche il fratello Alberto Maria, geografo, naturalista alpinista, fotografo e cineasta, è affascinato fin dalla giovane età dagli studi cartografici. Dopo essere entrato nell’ordine dei Salesiani nel 1910 parte come missionario per la Terra del Fuoco e riesce ad ottenere dal Vescovo il permesso di dedicare parte della sua attività di predicatore nelle zone sconosciute della Patagonia dove si mostra attivo protettore di quella parte della popolazione indigena al tempo perseguitata.

Durante la missione egli compie vere e proprie esplorazioni geografiche studiando ogni particolare del territorio per segnalarlo in Italia al fratello Giovanni che che ne riesce a cartografare l’in tera regione con una toponomastica creata dallo stesso sacerdote. Il 60% dei nomi dei fiumi, dei laghi e dei monti della Patagonia Australe sono infatti attribuiti da Alberto Maria. Nel 1923 pubblica il libro “ I miei viaggi nella Terra del Fuoco', in cui unisce ai testi le cartografie create sulla base dei propri rilevamenti, ma anche gli ecosistemi di flora e fauna e indagini antropologiche e perfeziona il libro scritto da suo fratello Giovanni “Der Feuerland'. Questo è il primo di circa 60 libri, scritti in oltre 40 anni in diverse lingue. Molti sono i film e fotografie (anche 3D) scattate con amore per la natura più di 100 anni fa (su vetro) che sono ancora conservate dalla famiglia, insieme a un visore francese. In particolare, le fotografie e le immagini scattate alle popolazioni indigene sono anche preziosi documenti antropologici.

Rientrato in Italia nel 1958, muore a Torino nel 1960. Il Cile l’ha commemorato con un lutto nazionale. Il suo nome compare sulle strade e nelle piazze di varie città cilene e numerose sono le onorificenze che sono state attribuite e documentari per ricordarlo di cui l’ultimo 'Fin del Mundo' .

La passione per la cartografia non si esaurisce con Giovanni e Alberto Maria ma viene trasmessa ai figli di Giovanni, Federico e Giulio, che già a partire dal 1921 realizzano una grande carta geografica (3x5m) per i Salesiani e il primo Atlante dell’editore Mondadori. Su richiesta del governo venezuelano, Federico scopre la cascata più alta del mondo, “il salto Angel”, mentre comanda una spedizione per mappare l'area del bacino dell'Orinoco. Nominato rappresentante di Panama e Colombia all'Associazione di cartografia latinoamericana, fonda società editrici in Perù, Ecuador e Venezuela, creando atlanti in spagnolo, libri e cartografie per molte scuole. Nel 1935 torna in Italia e fonda la casa editrice “Italgeo”. Durante questo periodo, completa la serie di Geopittoriche con suo padre Giovanni, collaborando con il pittore ucraino Nicouline e l'illustratore italiano Munari. Pubblica anche molte carte stradali italiane alla scala 1 :750.000. Corregge le carte geopittoriche, ereditate dal padre in una versione con le modifiche del dopoguerra.

Negli anni '50 inizia a lavorare su atlanti scolastici e carte murali per i paesi arabi. Nel 1958 fonda l’Isti tuto per ricerche geografiche e studi cartografici. A lui si deve la creazione della prima enciclopedia italiana di geografia mondiale a fascicoli 'Imago Mundi”, precursore delle attuali pubblicazioni a fascicoli, in cui vengono inserite anche le carte geopittoriche di ogni paese del mondo. Nel 1961 con lui inizia a collaborare in azienda il figlio Giovanni, insieme al quale pubblica l'enciclopedia italiana 'Italgeo', a cui seguono la nuova Enciclopedia Geografica, “Imago Mundi” e nel 1976 la sua ultima opera in due lingue “Iran”. Muore nel 1978 e lascia tutta la sua opera nelle mani del figlio Giovanni Gabriele che all’ esperienza nei metodi di produzione di cartografia unisce l’uti lizzo di programmi informatici. Nel 1965 (per l’arrivo della navicella Apollo sulla luna) pubblica la “Mappa della Luna”, prodotto del genere più venduto alla Stanford Library di Londra. Nella versione dell’enciclopedia 'Imago Mundi' del 1970/75, si occupa dei testi geografici e storici e della cartografia di tutti i volumi ideando il sistema di dividere la geografia fisica da quella politica per meglio comprendere i fenomeni. Nel corso degli anni oltre che nei paesi europei lavora nei paesi arabi dove pubblica il libro di storia “Atlante della Storia dell’ Islam' ricco di 240 carte storiche in lingua araba; crea la prima carta ufficiale dell’Emirato di Abu Dhabi, approvata dal governo alla scala 1 : 500.000; Realizza l’edizione italiana del “Times Atlas History”; pubblica per Panorama la carta stradale 1:500.000 d’Italia, con 1,2 milioni di copie vendute. Nel 1991/99 si trasferisce in Zambia (Africa) come capo del progetto congiunto tra il governo dello Zambia e l'UE e realizza più di 40 carte geologiche dello Zambia (1:100.000) e istruisce il personale locale. Ritornato in Italia nel 2000, si trasferisce in Sicilia per realizzare un laboratorio cartografico.

Dopo aver fondato nel 1981 Cartographia S.r.l. Crea, nel 2006 con sua moglie Minori fonda Antica Cartografia, impegnandosi a far conoscere in Italia e nel mondo il grande patrimonio artistico della sua famiglia, perché non venga dimenticato il valore artistico e documentaristico delle vecchie carte geografiche che hanno reso il nome della De Agostini famoso in tutto il mondo.

( 28 febbraio 2024 )

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