Ne “La vita salvata” Raffaele La Capria si racconta a Giovanna Stanzione, scrittrice esordiente, in un lungo, intenso dialogo che non è mai solo un incontro intellettuale ma intreccia ricordi, riflessioni, delusioni e speranze di un'esistenza, l'una al tramonto, l'altra all'inizio, raccogliendo e custodendo tutto ciò che della vita alla fine si salva. In un'intima e appassionata confessione Raffaele La Capria ripercorre i temi topici della sua scrittura, ponendosi ancora una volta gli interrogativi esistenziali e umani di tutta una vita e che hanno segnato, tappa per tappa, quella dei suoi lettori: la costruzione della propria identità di uomo e di scrittore; la "ferita" che origina la vocazione letteraria; lo stupore della letteratura e la conoscenza del mondo grazie all'intuizione poetica; il rapporto con il passato, che per mezzo del presente è rinnovato e rivive. Per poi passare ai libri amati, quelli riusciti e non, la fuga dalla falsa complicazione, dalla retorica e dal vuoto artificio; il ruolo della letteratura come leva che smuove e ricerca la verità sotterranea del nostro tempo; il ricordare e l'essere ricordati; e infine la riflessione sul rapporto tra uno scrittore e la morte, sulla scena letteraria italiana di oggi e il suo legame con la tradizione. Pagina dopo pagina, emerge un ritratto inedito di Raffaele La Capria, messo a confronto con il passare del tempo, con i cambiamenti e le similitudini del presente, ma anche la fotografia della generazione di coloro che si affacciano oggi alla scrittura e si trovano ad affrontare il senso di smarrimento, la frantumazione dell'identità e la necessità di costruire la vita intera che hanno davanti. Un ritratto di uno dei più importanti autori italiani, in cui La Capria rivive e rievoca incontri, passioni e amicizie: l’amore per il nuoto e per il tuffo, il legame con la città natale, Napoli, il sodalizio con Goffredo Parise, il matrimonio con Ilaria Occhini (1934-2019). Ma illustra anche il suo concetto di letteratura: il senso di sfida e di “salto mortale” che dà la narrativa, la capacità di affrontare temi esistenziali importanti come il trascorrere del tempo e il rimpianto per la giovinezza con realismo eppure con leggerezza. Abbiamo chiesto a Raffaele La Capria, che ne “La vita salvata” scrive che la Bellezza è la cosa principale della sua vita, come abbia spiegato ai nipoti in cosa consista: “Ho detto loro che la bellezza ha in sé un valore morale oltre che estetico,-afferma lo scrittore-che è un bene per lo stupore e la meraviglia che suscita in noi. È una specie di rivelazione di ciò che potremmo essere. Se abbiamo la bellezza, non ci serve altro. E, senza la bellezza, ne sono convinto, il mondo sarebbe peggiore, noi saremmo peggiori”. Perché, per questo libro, la scelta di una conversazione con una scrittrice, Giovanna Stanzione, che ha solo 32 anni?: “Perché era molto importante per me parlare con un giovane, con tutti i giovani che ci sono là fuori. Con la sua generazione. Con le prossime. L’alleanza e il dialogo coi giovani è fondamentale perché loro porteranno avanti questa nostra vita, vivranno un poco più di noi e io ho molta fiducia in questi futuri noi. Se ci sforzeremo di comprenderli, ci meriteremo anche lo sforzo da parte loro di comprendere la nostra fallibilità e le nostre debolezze”. E come non riandare con il pensiero alle parole che gli scrisse in una famosa lettera da Salgareda, tanti anni fa, il suo carissimo Amico Goffredo Parise? “Che bella lettera mi hai scritto, che onore mi fai. Quelli che mi vogliono bene pensino a me come a una persona morta che però è viva e felicissima, tra i giorni che passano come il vento, che ha cambiato vita e non sa né come né perché. Ora parto Duddù, vieni con me, copriti bene, Aurora porta vento gelato dalle montagne serene e rosee coperte di neve, che increspa la laguna e muta maree. A quell’ora passano alti, fuori tiro, i primi germani a stormo perfetto, aerei dalle ali fischianti. Vieni con me Duddù, vieni che ti porto via.
Goffredo
P.S. Scrivi del tuo doloroso capire tutte le cose".
A tutti Raffaele La Capria consegna il suo insegnamento più prezioso: l'importante è conservare una visione lieve del mondo. Quella che dopo ogni immersione ti spinge a guardare in alto e a cercare in tutti i modi di tornare a galleggiare in superficie.