Venerdì 26 aprile 2024, ore 22:04

Poesia

Ovidio, "femminista ante-litteram"

di ELIANA SORMANI

La figura femminile è al centro dell’interesse della letteratura fin dal mondo antico, non solo quale oggetto d’amore dell’uomo, ma anche come protagonista e soggetto attivo d’amore.

All’interno della letteratura latina, inizia a fare la sua comparsa con la poesia neoterica con la ben nota Lesbia, donna amata da Catullo, con Delia, Nemesi, Cinzia, protagoniste indiscusse dei poeti elegiaci, da Cornelio Gallo a Tibullo fino a Properzio, rimanendo tuttavia la sua funzione legata strettamente al sentimento d’amore che il poeta provava nei suoi confronti ( servitium amoris). A presentarla per la prima volta nella sua piena componente emotiva, come soggetto d’amore attivo è il grande poeta Ovidio, definito più volte un “ femminista ante- litteram”.

Esponente della terza generazione dei poeti augustei, egli fu capace nelle sue opere di dar voce alle donne, entrando nell’universo femminile, riscattando quelle eroine che nella letteratura antica erano state ancelle silenziose dei propri compagni. Da Penelope a Didone, da Ipsipile a Medea, da Elena a Ero, all’interno delle “Heroides” egli dà voce attraverso lettere immaginarie a chi in un mondo dominato dagli uomini non aveva diritto di parola. Ma Ovidio non si limita a immaginare i sentimenti delle sue eroine ma affronta il mondo femminile con gli stessi strumenti con cui indaga il mondo maschile. Ecco allora che come un “praeceptor amoris”, in una delle sue opere più famose “Ars amatoria”, per “par condicio”, egli in un primo libro dà istruzioni agli uomini su come conquistare le donne, per poi, in un terzo libro, rivolgersi direttamente alle donne aprendole alle arti della seduzione, offrendogli così la possibilità di battersi ad armi pari con l’altro sesso. Come agli uomini consiglia anche alle donne di tollerare qualche infedeltà e di non indulgere alla gelosia, dopo aver esposto una serie di precetti molti vicini ad un galateo per rendersi desiderabili. La produzione manualistica del poeta di Sulmona rivolta alle donne non si ferma all’Ars amatoria ma si arricchisce anche di circa altri 100 versi dell’opera, rimasta tuttavia incompiuta, “Medicamina faciei femineae, in cui si trasforma addirittura in “medico” spiegando alle donne come truccarsi, come curare il proprio corpo addentrandosi anche dal punto di vista cosmetico in quello che era un mondo esclusivamente femminile. Certo che in un periodo in cui era in atto un processo di moralizzazione da parte del regime augusteo, Ovidio e le sue opere d’amore non potevano passare inosservate e non per nulla Augusto, a causa di “duo crimina, carmen et error”, come dichiarerà il poeta all'interno della sua opera “Tristia”, lo confinò in esilio a Tomi, un’isola del Mar Nero, fino alla fine dei suoi giorni, mettendo fine a quel processo di liberazione della figura femminile dagli stereotipi poetici di cui sarebbe rimasta prigioniera diversi secoli ancora.

( 8 marzo 2023 )

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