"Sono un alcolizzato. Sono un tossicomane. Sono un omosessuale. Sono un genio'. Così, intorno agli anni Settanta del secolo scorso, si autodefinì Truman Capote ed è scontato affermare che tutte e quattro le definizioni sono corrette e incontrovertibili. Che fosse un genio lo dicono libri come “A sangue freddo”, “Colazione da Tiffany”, “Musica per camaleonti”, “l’Arpa d’erba” e altri ancora. Che fosse un alcolizzato e un tossicomane lo provano gli ultimi anni di vita, che Capote trascorse nel peggiore dei modi. L’omosessualità è testimoniata dal legame che lo legò per anni a Jack Dunphy. Ma restiamo alla genialità. Truman Capote la evidenziò presto quando non aveva neppure dieci anni. Cominciò a scrivere piccole cose, affinando la sua tecnica e quando, a 21 anni, pubblicò il suo primo racconto, “Miriam”, il mondo culturale americano s’accorse di lui. Capote ne fu ovviamente felice si convinse ancora di più che nella vita non avrebbe fatto altro che scrivere. Nato a New Orleans nel 1924, affidato ancora bambino a una zia a causa del divorzio dei suoi genitori, Truman Capote diventò famosissimo grazie a due romanzi, “Colazione da Tiffany”, ma soprattutto “A sangue freddo” quello che lo scrittore considerò il capostipite del “romanzo verità”. La storia prendeva lo spunto da un fatto realmente accaduto: l’uccisione nel Kansas di un’intera famiglia di agricoltori composta da padre, madre e due figli. Truman Capote rimase colpito profondamente da questo massacro e si recò in Kansas per fare personalmente delle ricerche aiutato soltanto dall’amica Herper Lee (autrice del “Buio oltre la siepe”). L’impegno durò sei lunghi anni. “A sangue freddo” uscì prima a puntate su un giornale, poi, nel 1966, come libro. Il successo fu immediato e clamoroso. Truman Capote aveva soltanto 42 anni, gli si spalancarono davanti le porte dei salotti più prestigiosi, diventò amico di Humphrey Bogart, Andy Warhol, Jackie Kennedy e Ronald Reagan, ma il successo non fu di buon auspicio. Capote venne colpito dall’epilessia, si intossicò di sonniferi, droghe e alcol, venne varie volte ricoverato in ospedale a New York e il 25 agosto del 1984 lasciò questo mondo a causa di una cirrosi epatica. Le sue ceneri vennero dapprima divise tra l’ex compagno Jack Dunphy e un’amica, infine sparse nelle acque del lago Crooked Pond di Southampton.