Mercoledì 24 aprile 2024, ore 21:42

Libri

Un amore settecentesco

di STEFANO CAZZZATO

Liberi, spregiudicati e ribelli, erano divorati dall’amore per la scienza e per l’arte, li univa il gusto per la letteratura, la passione per Locke e l’entusia smo per le teorie rivoluzionarie di Newton sulla gravitazione e il vuoto cosmico … Difficile dire se a prevalere tra loro fosse il linguaggio dell’amicizia o quello della passione”.

Non solo saggio e romanzo (al primo appartiene la puntuale ricostruzione del sodalizio sentimentale e intellettuale tra Voltaire e Émilie du Chatelet mentre al secondo la descrizione delle ambientazioni e delle psicologie dei personaggi anche minori della vicenda), “Il Compasso e la rosa” della documentarista e autrice televisiva Susanna Vallorani è pure un bellissimo libro di storia delle idee, un documento importante del secolo dei Lumi, proiettato su scala europea, un affresco della società francese del tempo divisa tra miserie umane e nobili ideali umanitari, tra pettegolezzi da salotto e grandi passioni romantiche, tra viaggi di piacere e battaglie di conquista, tra pregiudizi duri a morire e aspirazioni libertine. E due libertini furono in fondo i protagonisti “della relazione più famosa della letteratura francese del XVIII secolo”, libertini ma anche grandi intellettuali.

Se Voltaire non ha bisogno di presentazioni, e di lui si conosce pressoché tutto (tranne, forse, la sua ambizione e il suo opportunismo), di Émilie si sa ancora poco. E il libro (pur non omettendo le stranezze, le fragilità, le intemperanze della marchesa di Chatelet) ha il merito di colmare questo vuoto strappando dall’oblio sessista la figura di una donna libera, amante della bella vita e della cultura e, soprattutto di una “fine scienziata”: mise a punto un’originale versione francese de “La favola delle api” di Mandeville, fu esperta di matematica e fisica, capace di dialogare e competere con i grandi studiosi del secolo, studiosa e traduttrice di Newton.

Per le sue ricerche sulla natura del fuoco venne apprezzata e pubblicata, prima donna francese in assoluto, dall’Accademia nazionale delle Scienze.

Se Voltaire sopravanzava sul piano letterario e polemico questa “amazzone impetuosa che obbediva solo al suo desiderio”, difficilmente riusciva a starle dietro su quello della fisica e della scienza. E quello che seppe, da questo punto di vista, lo seppe da lei e dalle sue traduzioni.

Noi, invece, avremmo saputo molto poco di questa storia avvincente (il loro copioso epistolario è andato perso, probabilmente bruciato) se il copista e segretario di Voltaire, Sébastien Longchamp, non ne avesse tenuto viva la memoria nei suoi quaderni.

Sappiamo, tra le tante cose, che i due si amarono, si tradirono, si persero per brevi momenti, si ritrovarono per lunghi periodi, si fecero compagnia, compensandosi a vicenda, probabilmente per vanità si fecero anche molti dispetti, ma rimasero, se non uniti, vicini sino alla morte prematura di lei, a causa di una febbre da latte sopraggiunta in seguito al parto.

Il figlio non era di Voltaire, ma di un nobile ufficiale, molto amato e poco riconoscente nei confronti della marchesa, tale Jean Francois Saint-Lambert.

L’autore di Candido in quel periodo aveva invece perso la testa per la giovane nipote, Marie-Louise Mignot Denis: poco intellettuale, ma molto disinvolta e procace.

Susanna Vallorani, Il compasso e la rosa. Émilie du Chatelet e Voltaire , Aragno, 2022, pp. 263, euro

( 23 novembre 2022 )

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