Le leggi razziali complici dei crimini razzisti e dello stesso olocausto. Un obbrobrio da ricordare e spiegare tanto da aver indotto l'ex togato, già presidente di sezione della Corte di Cassazione, procuratore ad Alessandria e pm in varie Procure, Carlo Brusco, a descriverlo nel libro “La grande vergogna L'Italia delle legge razziali” (edizioni GruppoAbele). Altra sua opera su temi di grande importanza cui si è dedicato in pensione. Libro intenso, preciso e puntiglioso nel ricostruire le vicende del ventennio che vanta la prefazione di una donna eccezionale: Liliana Segre, sopravvissuta allo sterminio che subì invece la sua famiglia, senatrice a vita e testimone di uno degli orrori più grandi partoriti dal genere umano e provocato dalla follia crudele di Hitler. La Segre esalta l'utilità del libro (180 pagine) nel ricordare come quelle leggi furono di immensa gravità, avallando l'olocausto e l'azione dei nazisti forse troppo sottovalutate in questo senso. “Il regime fascista scrive la Segre - fu violento, omicida, razzista e discriminatorio fin dalle origini”, “totalitario” dalle sue origini. E le leggi razziali furono nulla altro se non conseguenza logica e inevitabile del movimento”. La Segre lamenta che persino nel mondo ebraico non si comprese fino in fondo la gravità delle leggi razziali.
“Ricerca, conoscenza e istruzione sono fasi e aspetti interconnessi del medesimo indefettibile processo di costruzione di una società e di una convivenza davvero civile e democratica”, indica. A seguire le pagine scritte con maestria e consapevolezza da Brusco, dal Manifesto della razza e censimento degli ebrei fino alla Repubblica sociale, passando per gli effetti devastanti delle leggi su università, cultura giuridica, sport e spettacolo. Opera tristemente avvincente, scritta da storico e magistrato con perfetta conoscenza della materia, senza faziosità.