Il dibattito acceso con la pubblicazione del “Taccuino segreto” rimane così prettamente legato al suo pensiero politico e civile, fornendoci, ieri come oggi, un’immagine diversa dal Pavese tanto mitizzato. Tra i tanti dubbi irrisolti però rimane tuttavia la certezza che, in fondo al di là di ogni ideologia politica, Pavese era e rimarrà sempre un “P (poeta)”. Come ricordò nel 1990 Alessandro Galante Garrone in un suo articolo riportando un episodio riferitogli da persona fidatissima quando: “una sera dopo la liberazione durante una riunione della Casa Editrice Einaudi di fronte alla proposta ai presenti di scrivere su un biglietto in breve le adesioni o gli orientamenti politici di ognuno “ egli scrisse semplicemente “P” “e a chi gli domandava cosa volesse dire, rispondeva, sorridendo POETA.