Può essere definito il Mill del Novecento, il continuatore della tradizione liberale moderna, anche se molti lo conoscono soprattutto come matematico e logico, e per di più come accademico di rango. Bertrand Russell, per oltre trent’anni un’autorità pubblica assoluta, si interessò di etica, politica e società con uno spirito agnostico e materialista; obiettore di coscienza in occasione dell’intervento inglese nella prima guerra mondiale, perse la cattedra a Cambridge. Si oppose ai totalitarismi, allo stalinismo, all’imperialismo. Nel 1950 ricevette il premio Nobel per la letteratura per la sua magnifica “Storia della filosofia occidentale”. Intorno alla metà degli anni ‘60 fondò il Tribunale Russell per denunciare i crimini americani in Vietnam contro i quali aveva protestato in un sit-in a Trafalgar Square che gli costò l’arresto. Proprio negli Usa era stato estromesso dall’insegnamento per posizioni giudicate libertine sul matrimonio e il divorzio. Si schierò infine contro la bomba atomica e la corsa agli armamenti. I suoi scritti etico-politici sono rivolti a un pubblico molto vasto e tra i tanti vale la pena di ricordare: “I problemi della filosofia”, “Perché non sono cristiano?” e "Il valore del libero pensiero”