Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne lo scorso 25 novembre a Roma a Palazzo Barberini è stata inaugurata la mostra “Caravaggio-Artemisia: la sfida di Giuditta”. Preziosi e notevoli dipinti di Lavina Fontana, Tintoretto, Valentin de Boulogne testimoniano l’impatto che la Giuditta di Caravaggio e quelle di Artemisia hanno avuto sulla produzione artistica a loro contemporanea e successiva. Artemisia dunque diviene maestra e ispirazione e le sue Giuditta il paradigma di un messaggio da tramandare alle donne. Visitare questa mostra è come intraprendere un viaggio doloroso nella Storia della violenza subita dalle donne di ogni tempo che hanno atteso secoli per trovare forza nel coraggio e nell’esempio di scrittrici, artiste, cortigiane che hanno preso su se stesse il peso antropologico di una croce, dello stigma con cui tutte le donne vivevano la propria vita nell’ombra, nella subordinazione e nella paura. Giuditta che taglia la testa di Oloferne accusa la Storia e la sfida. Chiunque guardando queste tele viene assalito dalla forza di una donna dentro la quale vivono tutte le donne di ieri e di oggi vittima di abusi che vogliono calpestare la violenza che le offende e chi la esercita. Tutte le Giuditta di questa mostra sembrano soldatesse coraggiose schierate e decise a dichiarare guerra al Pregiudizio che in ogni tempo arma le mani di chi uccide le donne