A settembre il Fuhrer invade la Polonia e prosegue la conquista della Danimarca, Norvegia, Belgio e Olanda, Francia e in ogni paese conquistato insedia governi fantocci. La guerra rappresentava il culmine del crollo di una civiltà: crisi economica e spirituale, spersonalizzazione dell’uomo. L’alternativa, proposta da Mounier, è quella di un “realismo spirituale” costituito da ideali storici concreti che si innestano in una situazione data cercando di trasformarla il più possibile dall’interno, alla luce del Vangelo. La pace non può essere soltanto assenza di guerra, ma pacificazione che scaturisce da un ordine interiore dell’uomo. La sua è una pace eroica, combattiva, non tranquillità soddisfatta, una pace che scaturisce da un’inquietudine, da una concezione di “umanesimo eroico”; la Chiesa ha sempre insegnato che la Carità eroica è l’arma propria del cristiano. Ma l’uso della forza deve servire a rendere progressivamente generale la carità smobilizzando la forza. A questo tipo di forza non può non ricorrere chi punta alla pace autentica e non alla retorica della pace