Muse, moglie, amanti, figure angeliche o femme fatale, gran parte degli scrittori e poeti si sono confrontati con questi diversi ruoli femminili, sia nella loro esperienza biografica come in quella artistica attraverso le protagoniste delle loro opere, espressione di amori platonici o reali. A partire da Catullo con Lesbia, Dante con Beratrice, Petrarca con Laura, fino ad arrivare alla letteratura del Novecento con Montale e Drusilla (Mosca), Irma Brandeis (Clizia) e Anna degli Ubaldi (Arletta), la presenza femminile, nei suoi diversi ruoli, ha influenzato il mondo della letteratura. Pochi scrittori sono riusciti a raccontare tuttavia il percorso di “sublimazione intellettuale” della donna, come ha saputo fare Luigi Pirandello, che, in prima persona, durante la sua esistenza ha dovuto confrontarsi con diverse figure femminili, a partire dalla moglie, la cui pazzia condizionò profondamente la sua esistenza, a Marta Abba per la quale nutrì un coinvolgente amore platonico, per non dimenticare la figlia Lietta, verso la quale sviluppò un amore possessivo. Saranno però le eroine dei suoi racconti, da Marta Ajala protagonista del suo primo romanzo “L’esclusa”, a Silvia Roncella protagonista di “Suo marito”, a raccontarci la sua molteplice visione “del mondo in rosa”, quando nei primi anni del Novecento si stava avviando il percorso di emancipazione femminile