"Non esiste per me una fotografia di pubblicità, di moda, di design, di architettura. Esistono situazioni che mi interessano, che fotografo perché sono un testimone del mio tempo. La fotografia ormai è arte di tutti, appartiene all’espressione moderna dell’umanità. La fotografia ferma, perché è l’unico mezzo, l’unica immagine che ci fa prendere coscienza di dove noi siamo di fronte alla realtà del mondo”. Così Oliviero Toscani, considerato uno dei fotografi più conosciuti del nostro tempo, descrive la sua fotografia, in apertura alla mostra “Oliviero Toscani. Professione fotografo” allestita per omaggiare i suoi ottant’anni di vita all’interno delle stanze principesche di Palazzo Reale con la curatela di Nicolas Ballario e aperta dal 24 giugno al 25 settembre. In un mondo costruito sull’immagine la sua è una fotografia vissuta in primo luogo come mezzo di comunicazione, che spesso ha fatto discutere, e che è stata a suo tempo anche oggetto di censura, ma che oggi è diventata storia, perché come ogni forma di arte “è stata capace di anticipare gli eventi grazie alla visione profetica dell’artista che ha svolto la professione con una onestà intellettuale unica”, come ha dichiarato Domenico Piraina direttore di Palazzo Reale