Due settimane fa il DART, “Double Asteroid Redirection Test”, ha impattato contro l’asteroide Dimorphos, dal diametro di 160 metri, deviandolo dall’orbita ed evitando il rischio che in futuro cadesse sulla Terra. Su “Nature” e “Science” sono apparsi degli studi accurati intorno al rischio effettivo che meteoriti dal diametro superiore a dieci metri possano cadere sulla superficie planetaria, provocando danni di rilievo. È successo il 15 febbraio 2013 a Chelyabinsk, negli Urali. L’impatto conquistò i media e, prevedibilmente, ricordò l’esplosione di Tunguska nel 1908, la cui origine viene attribuita alla collisione con un gigantesco corpo astrale. Negli Stati Uniti e in Giappone, da anni si sono costituiti dei gruppi di opinione che avvertono del pericolo rappresentato da cosiddetto “Pianeta X”. Naturalmente, tutti i numerosi sistemi di avvistamento nello spazio resi disponibili dalle attuali tecnologie escludono ogni possibilità del genere. Comunque, l’ipotesi di un bombardamento dallo spazio è oggetto di discussioni scientifiche prive di ogni deriva nel sensazionalismo che piace ai catastrofisti. Carl Sagan ammetteva nel suo libro "Il mondo infestato di demoni" «Noi viviamo in un’epoca in cui è stato accertato un reale rischio statistico a lungo termine di impatto con un asteroide»