Che cos’è l’arcobaleno? Perché il processo di rifrazione della luce bianca e la sua scomposizione in uno spettro sono stati considerati magici in molte culture? Qual è l’iconografia dell’arcobaleno? Qual è stata la sua interpretazione nelle diverse culture e nell’arte antica e contemporanea?” Con queste domande si apre la mostra “Rainbow. Colori e meraviglie tra miti arte e scienze”, allestita presso il MUDEC di Milano dal 17 febbraio al 2 luglio, curata da Katya Inozemtseva, con la collaborazione dei conservatori del Mudec, di Arte Pubblica, del Museo di Storia Naturale e del Planetario. Cuore centrale di un ben più ampio progetto dal taglio interdisciplinare, anticipato nel mese di novembre con la mostra “#one love. Norma Jeane” (opera collettiva in fieri formata da un grande cubo in plastilina che rievoca la bandiera arcobaleno) a cui seguiranno nei prossimi mesi una serie di eventi e nuovi allestimenti all’interno del sistema museale milanese, la mostra propone al pubblico i diversi significati che l’arcobaleno ha, e ha avuto nel passato, in una pluralità di ambiti e contesti, a partire da quello scientifico, passando per quello figurativo, mitologico, culturale e letterario, in un intreccio di linguaggi intercomunicanti tra di loro. Inaugurata il 16 febbraio riproponendo una performance realizzata nel 1975 da Franco Summa “Sentirsi l’arcobaleno addosso”, che ha visto indossare a 24 soggetti una maglia arcobaleno con una sequenza di 24 colori diversi, dando un ulteriore significato al valore polifonico e corale del percorso, sottolinea la rinnovata missione del Mudec, che oltre ad essere un luogo di culture diverse diventa un luogo di collaborazioni tra le diverse istituzioni museali esprimendo, attraverso il tema dell’arcobaleno, la sua attività fortemente incentrata sul contemporaneo e sulla sfera sociale, non ultima la sfera dei diritti che riguardano la vita di ogni uomo

( 3 marzo 2023 )