Lunedì 14 ottobre 2024, ore 12:55

Architettura

Villa Cavrois, il capolavoro del moderno

di MAURIZIO CAPUANO

Nel nord della Francia, a una decina di chilometri da Lille, sorge Villa Cavrois, uno straordinario edificio modernista realizzato su progetto di Robert Mallet-Stevens per Paul Cavrois, un industriale tessile di Roubaix. Nato nel 1886, l’archi tetto francese fu tra i fondatori dell’Union des Artistes Modernes sorta nel 1929 in polemica col decorativismo dell’Art Nouveau e che in seguito confluì nel movimento moderno internazionale, che influenzò poi l’in tera produzione urbanistica del Novecento, esprimendo figure come Walter Gropius, Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Alvar Aalto, Ludwig Mies van der Rohe, i nostri Gio Ponti, Franco Albini, Giovanni Michelucci e molti altri.

All’inizio degli anni Venti, Paul Cavrois aveva acquistato un terreno nel comune di Croix, non distante da Roubaix, allo scopo di edificare una villa che accogliesse lui, la moglie e i suoi sette figli, oltre al personale di servizio. L’industriale conobbe Mallet- Stevens nel 1925, in occasione della Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi, e gli diede carta bianca per la realizzazione della sua nuova dimora.

Dopo tre anni di lavoro, la villa fu inaugurata il 5 luglio 1932.

Se ancora al giorno d’oggi Villa Cavrois stupisce i visitatori, possiamo solo immaginare quale sia stato l’ef fetto che deve aver fatto ai committenti e ai loro ospiti quando la videro per la prima volta… Si tratta in effetti di un capolavoro modernista unico nel suo genere, perlomeno in questa zona della Francia.

La proprietà si sviluppa su 3.800 metri quadri, di cui 1.840 di superficie abitabile e oltre 800 di terrazze, con anche 5 ettari di parco intorno. La costruzione è squadrata e razionale, improntata al funzionalismo e giocata su linee nette, pulite e senza inutili orpelli: progettati appositamente, i mattoni adoperati per le facciate presentano giunti orizzontali verniciati di nero che enfatizzano il dinamismo dei volumi. Sono impiegati materiali di pregio innovativi per il periodo: cemento armato, metallo, acciaio e vetro per la struttura, marmo verde di Svezia e legni nobili come zebrano, mogano di Cuba, quercia e iroko per gli interni. La pianta è organizzata a seconda dell’uso degli spazi: saloni di ricevimento, spazi funzionali, ala genitori, spazi bambini, aree relax e sportive, terrazze. Per l’in terno dell’edificio viene previsto un arredamento semplice, ma estremamente ricercato: disegnato da Mallet- Stevens stesso, il mobilio è specificamente realizzato in base alla destinazione dei pezzi. A Villa Cavrois il lusso non è esibito, ma traspare dalla scelta del materiale e dai molti comfort presenti, basti pensare al ruolo del tutto nuovo dell’elettricità, decisamente moderno per i tempi.

Viene installato un impianto di riscaldamento a gasolio e ogni camera dispone di un altoparlante per la trasmissione radio, di un telefono per comunicare con l’esterno o con altre aree della villa e di un orologio elettrico, persino le lavatrici sono elettriche. Il sistema di illuminazione è particolarmente curato: le lampade proiettano a soffitto e conferiscono agli ambienti una luminosità uniforme e naturale. Anche gli spazi esterni sono opera di Mallet-Stevens: la parte nord è progettata in modo che le auto possano circolare facilmente; a sud, invece, uno specchio d’acqua è parte di un’organizzazione spaziale pulita e ordinata. Nella parte orientale del parco, infine, ampi spazi erano adibiti alle necessità della villa: frutteto, orto, pollaio, recinti per animali e un roseto oggi purtroppo scomparso.

La guerra, però, era alle porte e nel corso del conflitto i Cavrois ripararono in Normandia: la villa fu così occupata dai nazisti che ne fecero una caserma per ospitare i propri militari. Quando nel 1947 la famiglia vi fece ritorno gli interni furono rivisti dall’archi tetto Pierre Barbe che ottenne due nuovi appartamenti nell’ala ovest per i figli di Paul.

I Cavrois risiedettero nella villa fino al 1985, anno della morte di Lucie Cavrois, dopodiché il mobilio fu venduto all’asta. Due anni dopo anche la villa fu ceduta e in seguito abbandonata in vista di una demolizione che, fortunatamente, non ebbe mai luogo. Nel 1990, infatti, Villa Cavrois fu classificata come monumento storico e una decina di anni dopo acquisita dallo Stato che diede il via a un lungo restauro, terminato dopo svariate fasi venticinque anni dopo. È stata persino recuperata buona parte dei mobili originali, oggi presentati nell’ingresso, nel soggiorno, nella sala da pranzo dei bambini, nella cucina, nello studio, nella camera dei genitori, nel boudoir e nello studio delle ragazze secondo la disposizione visibile nelle fotografie dell’e poca. Le decorazioni e i mobili rimasti inamovibili sono stati invece restaurati e riportati allo stato originale.

Il 13 giugno 2015, così, Villa Cavrois ha finalmente riaperto le porte al pubblico: percorrerne i corridoi, respirarne l’aria e toccare con mano l’organizzazione degli spazi dà un’idea piuttosto precisa dell’art de vivre del periodo tra le due guerre, già così simile a quella di oggi eppure anche così diversa.

( 12 settembre 2024 )

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