Venerdì 9 maggio 2025, ore 21:26

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Decreto Pa, novità su welfare e sicurezza edifici scuola

La maggioranza accelera l’esame del decreto Pa nelle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera. Per chiudere procede con interventi a oltranza, di soli 30 secondi. Una “tagliola” che ha suscitato la rabbia delle opposizioni. I margini temporali per l’esame sono stretti. Il testo è all'ordine del giorno in Assemblea per la discussione generale il 22 aprile ed è stata preannunciata la fiducia. Intanto, nelle Commissioni arrivano alcune novità. La maggioranza ha infatti approvato misure per rafforzare il sistema scolastico nazionale attraverso interventi in materia di welfare del personale, edilizia scolastica e reclutamento dei docenti. Sul fronte del welfare sono stati stanziati 40 milioni per aumentare la quota dei rimborsi che andranno al personale scolastico per le prestazioni sanitarie coperte dalla nuova assicurazione, la prima del suo genere per il settore. Ci sono poi 20 milioni per gli interventi indifferibili e urgenti di manutenzione delle scuole, non finanziabili attraverso le risorse ordinarie o i fondi del Pnrr. In arrivo anche risorse per nuove assunzioni di docenti di religione, superando i limiti particolarmente penalizzanti del turn over. In materia di governance del sistema scolastico, è stato approvato anche un emendamento che prevede l'incremento di tre unità dei componenti del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), individuati tra i rappresentanti delle associazioni dei genitori. L’obiettivo è rafforzare il ruolo delle famiglie all'interno dell'organo consultivo del Ministero.
Se l’esame del decreto Pa procede a ritmi serrati ma senza scossoni, l’iter del decreto sulle liste d’attesa nella sanità è più travagliato. Esecutivo e Governatori non trovano l’intesa. Il principale elemento di conflitto son i poteri sostitutivi dello Stato nei confronti delle Regioni che si dimostrano inadempienti. Nell’ultimo confronto i presidenti, all'unanimità, hanno chiesto un rinvio per capire quando scattano quei poteri, quali sono le condizioni per attuarli e come si esce da quello che alcuni governatori non esitano a chiamare commissariamento. Il Governo ha, però, negato la proroga. Si apre adesso una finestra di 30 giorni affinché le parti trovino una mediazione. Passato questo mese, in caso di mancato accordo, l’Esecutivo potrà varare il Dpcm annunciato nei giorni scorsi. E le Regioni potranno ricorrere al Tar. La rottura ha un forte peso politico, considerato che a presiedere la Conferenza delle Regioni è il leghista Massimiliano Fedriga, pronto al muro contro muro sul tema. Sui poteri sostitutivi Regioni di centro-destra e centro-sinistra sono compatte. “Abbiamo proposto il rinvio della discussione perché il commissariamento si esercita su criteri oggettivi evitando di lasciare spazi alla discrezionalità politica - ha affermato il governatore della Toscana, Eugenio Giani-. Il ruolo delle Regioni non va demonizzato ma sostenuto. Come Toscana rischiamo molto meno di altri ma ricordo che questo è un dl che non ha risorse e contemporaneamente esercita poteri coercitivi come il commissariamento. Così si va al conflitto d'attribuzione”. Il ministero della Salute prova a fornire rassicurazioni, auspicando che “a prevalere siano le buone pratiche” e ricordando le Regioni che attuano la legge in vigore e “stanno ottenendo risultati positivi”: Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana. 
Ilaria Storti

( 18 aprile 2025 )

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