Maggior impegno e attenzione verso la demenza che rappresenta una delle principali malattie che comportano disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane, oltre ad essere la settima causa di morte nel mondo. 
Per questo l'Organizzazione mondiale della sanità ha istituito, fin dal 1994, una Giornata dedicata in tutto il mondo all'Alzheimer: un evento il cui slogan di quest’anno è “Non è mai troppo presto, non è mai troppo tardi” e che mira a strategie nazionali di prevenzione, con l'individuazione dei fattori di rischio e la loro riduzione, la diagnosi precoce e la presa in carico. Tutto ciò perché i dati che riguardano i pazienti affetti da questa malattia mostrano un trend crescente su base giornaliera, con previsioni che, partendo dagli attuali 55 milioni, raggiungono i 78 milioni entro il 2030. 
In Italia, secondo stime dell'Osservatorio demenze dell'Istituto superiore di sanità, sono circa 1.100.000 le persone che soffrono di demenza (di cui il 50-60%, ossia 600mila persone, malati di Alzheimer) e circa 900.000 hanno un disturbo neuro-cognitivo minore (Mild Cognitive Impairment). Numeri importanti che richiedono azioni concrete ed urgenti. 
Secondo un focus pubblicato dal ministero della Salute, tra le azioni di maggior rilievo realizzate nel nostro Paese negli ultimi anni sul tema delle demenze in termini di sanità pubblica, vi è l'istituzione e l'avvio delle attività previste dal Fondo per l'Alzheimer e Demenze nel 2022, che ha reso possibile realizzare interventi concreti rivolti alle persone con demenze e ai loro familiari e caregiver.
Il Fondo, infatti, ha stanziato 14 milioni e 100.000 euro per le Regioni e le Province Autonome (PA) e 900.000 euro per l'ISS per la realizzazione di una serie di attività progettuali orientate al perseguimento degli obiettivi del Piano nazionale delle demenze (PND) da portare a termine nel triennio 2021-2023. E proprio il tema delle demenze è stato al centro del dibattito internazionale nel corso dell'ultimo G7 che si è tenuto a maggio scorso a Nagasaki, in Giappone, che ha permesso ai ministri della Salute dei Paesi partecipanti di redigere un documento finale all’interno del quale si afferma che, per affrontare le sfide associate all'invecchiamento, ed in particolare la demenza, occorra compiere sforzi per accelerare la ricerca e lo sviluppo, migliorando così i risultati sanitari con una strategia ampia che preveda prevenzione, riduzione del rischio, diagnosi precoce, trattamento della demenza e promozione di un invecchiamento sano. 
Significativa è, poi, la presenza delle demenze quale oggetto di una delle nuove “Azioni congiunte” contenute nel Work Plan 2023 del Programma per l'azione dell'Unione Europea nel campo della salute per il periodo 2021-2027 (EU4Health), piano che individua, tra le possibili aree prioritarie disegnate e finanziate dalla Commissione europea e dalle Autorità responsabili per la salute nei vari Paesi membri, proprio la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie neurologiche, implementando modelli di assistenza integrata incentrati sulla persona.
Il tutto in linea con quanto evidenziato dal “Global status report on the public health response to dementia”, la relazione sullo stato globale della risposta della sanità pubblica alla demenza, pubblicato nel 2021 dall’Oms, che individua gli ostacoli all’attuazione del Programma, soprattutto alla luce della recente pandemia, ed evidenzia i settori in cui è necessario intervenire urgentemente a livello globale con sforzi maggiori per raggiungere gli obiettivi previsti entro il 2025. 
Anna Taverniti
 

( 22 settembre 2023 )