Giovedì 9 maggio 2024, ore 13:46

Attualità

Gli anziani e la nuova generazione dei longennials

L’età anziana come risorsa e non come scarto della società: un momento della vita da rivalutare alla luce della longevità, fenomeno oramai acclarato che ha portato alla nascita di una nuova generazione, quella dei longennials, ossia di coloro che hanno tra i 65 e gli 80 anni e che sono ancora in grado di dare un contributo straordinario alla collettività.
E’ di questo che si è parlato nel corso degli “Stati generali dell’invecchiamento attivo”, l’appuntamento annuale promosso da HappyAgeing che ha avuto luogo nei giorni scorsi a Roma per raccogliere tutte le idee sui pilastri dell'invecchiamento attivo: da una sana e corretta alimentazione, all’attività fisica, agli screening, all’immunizzazione. 
Ad aprire l’evento Michele Conversano, Presidente C.T.S. HappyAgeing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, il quale ha sottolineato l’importanza delle vaccinazioni per la salute di tutti, in particolar modo degli anziani. “Per invecchiare dobbiamo proteggerci da quelle malattie che, prese quando siamo giovani, non sono così pericolose, come l'influenza, ma che dopo i 65 anni non sono più da considerare banali”: ha detto Conversano. “Bisogna quindi fare il punto su quelle raccomandate all'anziano: a parte l'influenza e il Covid, anche le meno conosciute come quelle per le malattie da pneumococco, che fanno migliaia di vittime proprio tra i “più grandi”, e l'herpes zoster o fuoco di Sant'Antonio.” L'impegno, secondo il presidente di HappyAgeing, è che da un lato la popolazione anziana capisca e percepisca il rischio della malattia, e dall'altro la sanità pubblica renda queste vaccinazioni facilmente fruibili e garantite a tutti gli anziani.”
A sottolineare la rilevanza della giornata anche Francesco Macchia, Direttore di HappyAgeing: “Siamo uno dei Paesi più longevi al mondo e sempre più sono le persone di 65-70 anni in salute che desiderano avere un ruolo nella società. A pesare su di loro, però, è spesso uno sguardo che continua a vederli ‘vecchi’. Manca un contesto ideale e normativo all’interno del quale possano operare e impegnarsi, e manca un cambio culturale che li porti ad essere ancora considerati parte attiva della società.”
E della necessità di una rivoluzione culturale ha parlato anche Monsignor Paglia, già presidente della Commissione per la riforma dell’Assistenza agli anziani del ministero della Salute. “C’è bisogno di capire che la vecchiaia - ha detto Mons. Paglia - non è un’età da scarto ma un’età da reinventarsi: 14 milioni di anziani, attivi e non attivi, di cui governo, istituzioni, Terzo settore e altre realtà di volontariato devono farsi carico.”
Tra gli altri interventi anche quello di Alessandro Rosina, Ordinario di Demografia e statistica sociale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il quale ha sottolineato che “il vivere a lungo e bene non è un processo scontato ma una sfida continua da rafforzare”, e quello del viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, la quale ha rivendicato l’azione del governo nel favorire il dialogo con le parti sociali che ha portato all’approvazione in tempi brevi del Ddl delega per la non autosufficienza, che mira proprio a semplificare le attuali politiche per gli anziani e a promuoverne il coordinamento, riducendo la grande frammentazione che caratterizza questo settore. A tal proposito significativo è stato il contributo dei sindacati dei pensionati (Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil) i quali hanno nuovamente rivolto il loro appello al governo per garantire i diritti degli anziani: dal risanamento della sanità all’incremento delle risorse per la non autosufficienza e l’assistenza domiciliare.

Anna Taverniti
 

( 6 ottobre 2023 )

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