Il Covid spinge la svolta green, modificando in modo netto – e per una volta positivo, almeno sotto questo profilo – i comportamenti degli italiani in ambiti diversi. Più di un cittadino su quattro (il 27 per cento in totale) acquista più prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a un anno fa: lo afferma con dati incontrovertibili la Coldiretti in un suo recente studio. E, in assoluto, dall'acquisto di prodotti a minor impatto ambientale al taglio degli sprechi, dall'interesse per le energie rinnovabili al riciclo, dalla sharing economy alla mobilità più sostenibile sono ormai molti i segnali che indicano una crescente attenzione alla riduzione del consumo delle risorse del pianeta. Per migliorare la situazione ambientale, secondo l'indagine Coldiretti/ Ixè, il 59% degli italiani ritiene che siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita, e addirittura più di otto consumatori su dieci, l’82 per cento, dichiara di preferire prodotti made in Italy per sostenere l'economia, l'occupazione e valorizzare le risorse del territorio.
Se restiamo al campo dell’alimentazione, uno dei settori storicamente più cari agli italiani, oltre che di importanza fondamentale nella nostra realtà economica, la svolta bio sulle tavole è evidente da mesi. È cominciata nel cuore del lockdown, con una crescita media – da marzo a maggio 2020 – del 4 per cento degli acquisti di prodotti biologici nei supermercati e negli ipermercati. In generale, il settore agricolo bio nel suo complesso ha fatto registrare un fatturato di poco inferiore al miliardo di euro, con un incremento del 12,3 per cento rispetto al 2019. Il cambiamento è naturalmente a monte dell’utilizzo finale dei prodotti alimentari. Dietro quello che finisce nei nostri piatti si stende una filiera in costante aggiornamento. L’aumento di richiesta di cibi freschi e di stagione stimola sempre di più gli imprenditori biologici a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con consumatori particolarmente attenti alla sicurezza alimentare, alla garanzia di qualità e alla richiesta di informazioni corrette sui metodi di produzione. Non a caso, statistiche alla mano, le pratiche bio interessano ormai tutti i comparti agricoli: l’olivo (29%), i cereali (23%), la vite e gli ortaggi (entrambi 6%), l’acquacoltura (2,5%).
Ma gli effetti del Covid sull’economia non riguardano solo i nuovi consumi alimentari. C’è un altro settore-chiave che, pure all’interno di una crisi ancora evidente, sta paradossalmente ottenendo dalla pandemia una spinta verso la ripresa. Parliamo del mondo dell’auto. Che se ha fatto segnare negli ultimi dodici mesi un netto calo dei fatturati (solo 1.381.496 le vetture immatricolate in tutto il 2020, con una contrazione del 27,93 per cento rispetto ad un 2019 già non floridissimo), ha prima ottenuto dal coronavirus un attestato innegabile (l’uso dell’auto si è ancora più radicato nella popolazione) e, successivamente, l’occasione per un’importante evoluzione sul piano industriale.
Procediamo con ordine. Secondo l'Osservatorio Mobilità e Sicurezza, un italiano su due oggi si sposta in auto per paura del contagio (+22,5% rispetto al 2019); di questi, il 65% è over 65 e il 70% dichiara l’intenzione di privilegiare l’uso delle quattro ruote anche quando si raggiungeranno zero contagi. Parallelamente, ecco il secondo aspetto legato alla pandemia, la mobilità richiesta al momento e per il post-Covid è sostenibile e rispettosa dell'ambiente: il 78,7% degli italiani vorrebbe autoveicoli sicuri ed ecologicamente puliti, mentre solo il 15,4% punta su monopattini elettrici, mono- ruota o biciclette. In effetti questo mercato pure in contrazione registra un autentico boom delle vetture elettriche e ibride, quelle che più hanno beneficiato degli incentivi governativi. Con crescite a tripla cifra anche nel mese di dicembre, le auto ibride nel 2020 hanno raggiunto il 16 per cento di quota di mercato (+10,3% rispetto all’anno precedente); le plug-in hanno chiuso l’anno al 2% di quota (+1,7%, salito fino al 5,3 nel mese di dicembre); mentre le vetture elettriche sono arrivate a conquistare una quota di mercato del 2,3%, con un balzo netto rispetto allo 0,5% del 2019. Certo, i numeri complessivi restano ancora molto bassi, come abbiamo detto, soprattutto a causa delle difficoltà economiche che affliggono il Paese ormai da un anno. Ma lo stesso Osservatorio indica come il 64,5% dei cittadini si dichiari interessato a cambiare la propria auto “al più presto”, sicuramente incoraggiato dalle formidabili campagne promozionali messe in campo da tutte le case produttrici, e che addirittura il 72% sia interessato all’acquisto di un mezzo ecologico.
Insomma gli italiani, a dispetto delle tasche non proprio traboccanti, vanno riscoprendo l’utilità e la voglia di spostarsi su una tipologia di quattro ruote che garantisca al tempo stesso sicurezza, affidabilità e rispetto per l’ambiente. Anche per una delle industrie fondamentali del paese dovrebbero così arrivare tempi migliori. È l’altra faccia della medaglia della pandemia: quella che se non altro incoraggia a guardare al futuro, se non con entusiasmo, con qualche fondata speranza di rinascita.
Stefano Petrucci