Lo sport ha un nuovo referente politico. Dopo un lungo giro d’orizzonte il governo Draghi ha scelto Valentina Vezzali come nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport. Ex campionessa di scherma, la Vezzali ha compiuto 47 anni il 14 febbraio scorso. Marchigiana di Jesi, è sposata con un ex calciatore, Domenico Giugliano, dal quale ha avuto due figli. Dal 1999 è in forza al gruppo sportivo Fiamme oro della polizia di Stato, dove è inquadrata con il ruolo di sovrintendente. Deputata dal 2016 per Scelta civica, ha fatto parte della coalizione “Con Monti per l’Italia”, per poi passare al Gruppo misto. Il suo nome ha prevalso su un piccolo esercito di candidati, la maggior parte espressione diretta di partiti politici, ed è stato salutato con apprezzamenti di segno diverso. Se Thomas Bach, il presidente del Cio, il compitato olimpico internazionale, le ha indirizzato un messaggio affettuoso (“Da schermitore a schermitrice, auguri a Valentina, vero patrimonio dello sport mondiale”), non sono mancati commenti polemici, a cominciare da quello espresso dall’ex ministro dello sport Vincenzo Spatafora: “Dopo molte incertezze, c’è stata convergenza sulla candidatura della Vezzali. Nessun dubbio sia stata una grande campionessa, ma che possa far bene da sottosegretario è da vedere… Una cosa è essere un atleta di successo, tutt’altra portare avanti un ministero (questo significherà agire da sottosegretario, in assenza di un dicastero come quello che ho guidato), avere la competenza di programmare, gestire fondi, scrivere decreti e delibere…”.
“Le polemiche non mi toccano. Io sono solo onorata, e in modo profondo, per l’incarico che ho ricevuto dal presidente del Consiglio. So da me che quella che si prospetta è una sfida importante quanto difficile, che affronto nella piena consapevolezza della particolarità del momento che stiamo vivendo. Faccio soprattutto riferimento allo sport di base, sul quale gli effetti della pandemia sono stati, e sono tuttora, letteralmente devastanti.”
La regina del fioretto si presenta così. Nessuna replica a chi solleva dubbi sulle sue capacità, con gli occhi puntati sugli atleti lontani anni luce dagli spettacolari scenari dello sport di vertice. Lei che al vertice assoluto c’è stata, nella sua prima vita da formidabile schermitrice (sei ori, un argento e due bronzi olimpici, sedici titoli mondiali, tredici europei: un palmares unico nel panorama dello sport italiano), ha rivolto la sua attenzione prima di tutto a quanti, tra i quasi 5 milioni di atleti tesserati per le federazioni sportive, non hanno niente a che spartire con ingaggi multimilionari, sponsor straricchi, visibilità da star hollywoodiane. Quella è solo la punta dell’iceberg dello sport, il piccolo pianeta dorato di pochi eletti: sotto c’è tutto un mondo di fatica, di sacrifici, di sogni. Forse è la sua seconda vita, quella avviata scendendo in politica e arrivata oggi a una svolta decisiva, ad imporle certe parole. Ma fa comunque piacere sentirgliele pronunciare.
“Ripeto: so quanto sarà dura. Ma io sono pronta. Esattamente come in pedana, mi impegnerò alla morte per onorare lo sport del mio paese. Le prime mosse del mio mandato saranno dirette a supportare gli atleti che, tra mille ostacoli, si stanno preparando con enorme sacrificio ad affrontare i Giochi olimpici e paralimpici di Tokyo. Queste Olimpiadi in piena era-Covid devono restituire entusiasmo e certezze a tutto il polo degli sportivi: so cosa significano i Giochi, per avervi partecipato da atleta e per avere avuto l’onore di fare da portabandiera alla rappresentativa italiana a Londra 2012. Rappresentare i propri colori in una competizione di quel livello è una soddisfazione unica. Nessun successo è paragonabile a un oro olimpico: un titolo mondiale, un primato, una serie vincente possono essere migliorati, prima o poi. Ma quando sali sul gradino più alto del podio olimpico sai che in quel momento sei in cima al mondo, davanti a tutti gli altri che praticano la tua stessa disciplina, e che qualunque cosa accada la medaglia che hai conquistato resterà tua per sempre”.
Lavorare non l’ha mai spaventata.
“Nemmeno da poliziotta – scherza ma non troppo – in situazioni che sono spesso assai più complesse di quelle che puoi affrontare su una pedana di scherma. E’ chiaro che mi aspettano mesi di lavoro intensissimo. È necessario rilanciare lo sport a 360 gradi e delineare, con scelte importanti, quale può essere il suo futuro. Farò tesoro dell’esperienza maturata in questi anni, prima nell’attività agonistica e poi in quella politica: non ho alcun timore di dover effettuare scelte complicate, né penso mi manchi l’entusiasmo, l’energia, le idee indispensabili per l’incarico che mi è stato affidato. Ho ringraziato dal profondo del cuore il presidente Draghi per la fiducia che ha riposto in me. Con lui, ringrazio anche tutti quanti mi sono stati particolarmente vicini in una fase così delicata della mia vita: i miei maestri, il Gruppo sportivo Fiamme Oro e la Federscherma del presidente onorario Giorgio Scarso, che ha sempre creduto in me non soltanto come atleta”.
Il mondo dello sport ha molte questioni urgenti da affrontare, dallo stop forzato imposto a tutta l’attività di base ai gravi problemi economici in cui versano le società di ogni livello. C’è una macchina gigantesca da sostenere e da rimettere in moto, in una situazione ancora di totale incertezza. Valentina Vezzali ne è ovviamente consapevole.
“Il quasi lockdown deciso venerdì 12 a fronte dell’aumento dei contagi crea nuovi serissimi problemi a chiunque operi in ambito sportivo: atleti, tecnici, dirigenti, organizzatori. Ma il governo non pyeva decidere diversamente, alla luce dell’andamento del virus. Si tratta di stringere i denti per un paio di mesi, aspettare che il piano vaccini sia incrementato, sacrificarci oggi per arrivare presto all’uscita del tunnel. Io sono ottimista: per l’estate la situazione sarà notevolmente migliorata”.
Al Coni, dove qualcuno forse sperava che alla poco felice esperienza-Spatafora seguisse una fase di nuova autonomia, la nomina della Vezzali a sottosegretario è stata pubblicamente accolta con soddisfazione. Il presidente Giovanni Malagò, impegnato da mesi in un duro braccio di ferro con l’ente del governo Sport e Salute, che assumendo il ruolo dell’ex Coni Servizi controlla di fatto la cassa del tesoro cui lo sport deve attingere, aveva chiesto preventivamente al governo la scelta di una figura di accertata competenza. “Devo fare i complimenti al presidente Draghi e al governo – è oggi il commento del numero uno del Foro Italico – L’incarico di sottosegretario a Valentina Vezzali va esattamente nella direzione che il Coni aveva auspicato. Avevamo chiesto di poterci confrontare con una persona autorevole, che conoscesse da vicino i nostri problemi, che sono tanti e purtroppo assai urgenti. La Vezzali, l’atleta donna più vincente nella ultracentenaria storia dello sport italiano, rappresenta una scelta che il Coni può solo applaudire. Brava Valentina: tu sei la nostra storia e il Coni sarà sempre casa tua”. Spalancate le porte del palazzo dello sport italiano, tocca ora all’ex campionessa rimboccarsi le maniche.
“Attestati e complimenti fanno solo piacere. Ma adesso è il momento di agire. Vivrò questa esperienza come una gara, partecipando con il massimo impegno e soprattutto provando in ogni modo a vincere. Perché, piaccia o meno, in pedana come nella vita alla fine conta solo quello”.
Stefano Petrucci