L’8 settembre 1943 è una delle pagine più drammatiche della storia dell’Italia contemporanea, per la quale ogni tentativo di riassumerla con una precisa definizione risulta un azzardo ideologico. In genere si fa riferimento all’intero periodo, 1943- 1945, e si propone di definirlo “ morte della patria”, “ guerra civile”, “ lotta di liberazione nazionale”.
Capire l’ 8 settembre non era facile, dirà, con molta onestà intellettuale, il comandante partigiano Nuto Revelli. Mettiamoci nei panni di quei militari che avevano giurato fedeltà al Re e alla conseguente scelta dell’al leanza con i tedeschi. In quelle drammatiche circostanze, in mancanza di direttive, rimaneva soltanto la scelta individuale, secondo i propri valori e la propria coscienza. A tale riguardo molti sono gli episodi che si potrebbero raccontare. Mi limito a uno piuttosto sconosciuto, quello del Sottotenente Salvatore Bono di stanza nella parte francese occupata dall’esercito italiano. Si trovava a presidiare la stazione di Nizza e quando venne colto dalla notizia dell’ar mistizio si schierò immediatamente contro i suoi compagni alleati tedeschi che volevano prendere possesso del controllo della stazione. Nel conflitto a fuoco fu gravemente ferito ( perse il braccio destro), ma riuscì a mettere in fuga i tedeschi. Per questa azione nel 1947 venne insignito dalla Medaglia d’oro al valor militare. Più noto e discusso è l’ecci dio dei 6500 soldati italiani in Grecia, a Cefalonia da parte dei tedeschi, ricordato dal Presidente Ciampi nel 2000.
Ripercorriamo schematicamente la cronologia degli eventi. Il voto del Gran Consiglio del fascismo contro Mussolini, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, avviene dopo la sconfitta tedesca a Stalingrado, gli scioperi operai nelle fabbriche del Nord e lo sbarco anglo- americano in Sicilia. L’armisti zio sottoscritto il 3 settembre in località Cassibile ( Siracusa, Sicilia) fu annunciato alla radio soltanto il giorno 8, prima dal generale Eisenhower ( comandante delle truppe alleate nel Mediterraneo) e successivamente dal governo. Il giorno dopo il Re, con la sua famiglia reale, e il Maresciallo Badoglio capo del governo, abbandonano Roma diretti a Brindisi ( poi a Salerno), mentre gli esponenti antifascisti di sei partiti ( Dc, Pci, Psi, PdA, Pli, Dl), costituiscono il Cln ( Comitato di liberazione nazionale) e nominano presidente Ivanoe Bonomi.
Le autorità costituite scappano e lasciano la capitale nelle mani degli occupanti tedeschi. L’unico punto di riferimento rimane il Vaticano e il Papa. L’esercito è allo sbando. Gli attacchi dell’aviazione tedesca non danno tregua e viene affondata la “ co razzata Roma”, nave ammiraglia. Gli anglo americani sbarcano a Salerno, mentre i napolitani insorgono e in quattro giorni di combattimenti porta a porta, il primo ottobre liberano la città dai tedeschi. Nel Sud regna la monarchia sorretta dai nuovi alleati anglo americani, mentre al Nord fascisti e tedeschi costituiscono la Rsi ( Repubblica sociale italiana) e si estende il movimento di resistenza.
La Rsi, col Bando Garziani ( febbraio 1944) all’arr uolamento militare obbligatorio istituisce la pena di morte per i renitenti alla leva, ma migliaia di giovani scelgono di andare in montagna e combattere accanto ai partigiani. Il 4 giugno 1944 viene liberata Roma e nell’agosto del 1944 Firenze, grazie a un grande movimento di resistenza popolare; nello stesso mese anche Parigi è libera. Fu anche il periodo nel quale le leggi razziali del 1938 contro gli ebrei si trasformano in aperta persecuzione e invio nei campi di sterminio attuata dai fascisti italiani per compiacere i nazisti: nell’otto bre 1943 viene decimata la comunità ebraica di Roma e subito dopo istituito un campo di transito a Fossoli di Carpi per facilitare la deportazione ad Auschwitz.
Nel Nord, tra il settembre 1943 e l’aprile 1945, il movimento di liberazione nazionale contro il nazi fascismo, che può contare su oltre 200 mila combattenti, diventa scontro armato per la libertà; le diverse formazioni partigiane dirette da comunisti ( Brigate Garibaldi), azionisti ( Giustizia e libertà), socialisti ( Brigate Matteotti), democristiani e indipendenti vengono raggruppate nell’organismo politico “ Cln Alta Italia” e in quello militare del “ Corpo dei Volontari della libertà” (Cvl) che ha come Comandante il generale Raffaele Cadorna ( figlio del protagonista della prima guerra mondiale) e vice comandanti il comunista Luigi Longo e l’azioni sta Ferruccio Parri ( ne fanno parte anche Sandro Pertini socialista, Enrico Mattei democristiano e Mario Argenton liberale).
A livello governativo il ministero Badoglio era stato riconosciuto il 13 marzo 1944 dall’Urss e il mese successivo Palmiro Togliatti, dopo 18 anni di esilio, rientra in Italia e si pronuncia per l’alleanza di tutti i partiti antifascisti con la monarchia, accantonando la questione istituzionale. Da ciò nasce il governo d’unità nazionale presieduto da un politico, Ivanoe Bonomi, che il 26 dicembre 1944 riconosce il Clnai quale organo dei partiti antifascisti sul territorio occupato e lo delega a rappresentarlo “ nella lotta che i patrioti hanno impiegato contro i fascisti e i tedeschi”.
Le zone del centro sud liberate dagli anglo americani rimangono sotto l’amministrazio ne militare alleata ( Amg), che gradualmente saranno restituite al governo italiano.
L’armistizio dell’otto settembre non decretò la “ morte della patria”, ma la morte della retorica di quella patria fascista, che portò alla guerra. I combattenti partigiani e gli uomini e donne della Resistenza, così come tutti coloro che dissero no alla dittatura fascista furono i veri patrioti che riscattarono l’ono re perduto.
Salvatore Vento
(Sociologo)