Sabato 20 aprile 2024, ore 15:30

Economia

Qualche luce in fondo al tunnel

Si incomincia a vedere qualche luce in fondo al tunnel in cui era finita l’economia del milanese, colpita dalla pandemia. La situazione non è ancora tranquillizzante, ma ci sono segnali incoraggianti. A partire del saldo fra imprese nate e cessate (+1,08%, pari a 5.050 nuove attività registrate nei primi sei mesi dell’anno) e alle previsioni sul valore aggiunto che per il 2021 indicano una crescita del 5,3% per la provincia di Milano, del 5,8% per quella di Monza-Brianza e del 5,2% per il lodigiano. Lo scenario sembra positivo soprattutto per il capoluogo lombardo che nel 2020 aveva pagato un prezzo alto al virus, con una perdita, sempre in termini di valore aggiunto, di 16 miliardi di euro (-10,1% rispetto al 2019). Sono questi alcuni dei dati del “Rapporto Milano produttiva”, realizzato dalla Camera di commercio. Complessivamente nel territorio esaminato, al 30 giugno 2021 risultano attive 389.651 imprese, in aumento dell’1,6% rispetto a 12 mesi fa. Una densità notevolissima. 
“L’economia milanese - osserva il presidente dell’ente camerale, Carlo Sangalli - nel 2020, è stata particolarmente colpita dalla crisi con commercio, turismo e servizi fra i settori più penalizzati. Quest’anno, grazie alla zona bianca, c’è un ritorno alla crescita, ma il percorso per recuperare il terreno perduto è ancora lungo. Occorre andare avanti con la campagna vaccinale e rilanciare Milano con le risorse del Pnrr, quasi 5 miliardi, che auspichiamo siano investite prioritariamente nel potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, come la banda ultra larga, nel rilancio del turismo a livello internazionale e a favore dell’innovazione del sistema imprenditoriale. I tempi però sono molto stretti, perché il 70% dei fondi europei deve essere impegnato entro il 2022 e il restante 30% nell’anno successivo. Sarà questa la grande sfida della nuova amministrazione comunale per ripensare e rilanciare il futuro di Milano”.
Analizzando i numeri del primo semestre 2021 (saldo imprese nate e cessate) si osserva una buona crescita dei servizi (+2,8%), da sempre settore trainante del territorio. Anche il commercio torna in terreno positivo (+0,3%), mentre rimane in sofferenza l'industria manifatturiera (-2,6%). Continua, invece, il trend espansivo nelle costruzioni (+2,5%). Fra le realtà con le migliori performance, ci sono le start up innovative (+10,4%), a conferma del ruolo di Milano come incubatore per lo sviluppo di queste aziende.
Per quanto riguarda l’occupazione, invece, gli effetti della crisi si sono sentiti con cali (tra 2020 e 2019) dell’1,3% a Milano e dello 0,7% a Monza-Brianza, mentre a Lodi si registrava un +1%. Complessivamente, nelle tre province si è evidenziato un -1,1% degli occupati, più attenuato rispetto al -1,7% della Lombardia e al -2% dell’Italia. I tassi di occupazione sono peggiorati ovunque (Milano 68,7%, Monza-Brianza 68%, Lodi 65,8%) anche se sono rimasti migliori rispetto al dato nazionale (58,1%). A fronte di 1,9 milioni di occupati (il 45% del totale regionale), le persone in cerca di impiego sono poco meno di 116mila, in contrazione rispetto al 2019 (-11,3%). Questo calo anomalo nasconde il forte aumento degli “inattivi”, cioè di quelli che non cercano lavoro, né sono disponibili ad iniziarne uno, a dimostrazione di un diffuso sentimento di scoraggiamento.
“I dati parlano di ripresa – commenta il segretario generale della Cisl milanese, Carlo Gerla – ma bisogna rimanere cauti. I numeri sull’occupazione e certe situazioni critiche, come alla Teva farmaceutica di Nerviano e alla Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, destano allarme. Del resto non esistono ricette miracolose per generare sviluppo. Il lavoro non si crea per decreto, ma con investimenti a sostegno del sistema produttivo e dei servizi. La situazione è complessa anche a Milano, perché appena fuori dal centro e dai nuovi quartieri ultramoderni c’è un’altra città: è un attimo scivolare verso l’indigenza. Come sindacato dobbiamo incrementare la contrattazione con le istituzioni e le imprese. Cgil, Cisl e Uil, nell’ottica di arrivare a condividere un Piano di ripresa, innovazione e sviluppo specifico per Milano, hanno attivato con il Comune due tavoli: uno dedicato alle risorse del Recovery Plan e l’altro al tema del lavoro. Abbiamo iniziato a confrontarci per sviluppare idee, proposte, iniziative concrete”.
Venendo alla produzione si osserva un cambio di passo per l’industria manifatturiera: +6,8% a Milano, +7,4% a Monza Brianza, +7,8% a Lodi. Risultano ancora forti, invece, gli effetti del lockdown sul terziario. Milano registra una pesante flessione del fatturato per il commercio (-6,9%) e un arretramento di quello dei servizi (-1,7%). A Monza-Brianza entrambi i comparti mostrano una stagnazione del fatturato con +0,5% per il commercio e +0,2% per i servizi. A Lodi, all’incremento del fatturato del commercio (+4,6%) si contrappone la contrazione registrata dai servizi (-0,5%). Per quanto riguarda, invece, l’export, nel primo trimestre dell’anno, si osservano ancora difficoltà per Milano (-3,8%), mentre Monza-Brianza e Lodi risultano in crescita (rispettivamente +10,5% e +22,4%). 
Mauro Cereda

( 9 luglio 2021 )

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