Il turismo italiano rischia drammaticamente di “bruciare “ la stagione estiva con danni enormi per gli operatori, i lavoratori e l’economia nazionale. Se la campagna vaccinale ad aprile e maggio non raggiungerà gli obiettivi preannunciati dal Governo - mezzo milione di vaccinati al giorno – al fallimento della stagione invernale, si aggiungerebbe il danno, di una stagione estiva deludente, magari di poche settimane, con danni inimmaginabili. Per il turismo italiano sarebbe una tragedia.
Le chiusure di aprile sono ormai una dato di fatto. Al momento, secondo l’ultimo decreto del Governo, non sono prevedibili zone gialle e riaperture. I ponti primaverili, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, che segnavano normalmente l’apertura della stagione per la gran parte degli operatori, sono andati. Niente viaggi, niente voli, niente pranzi all’aperto, hotel chiusi. Con problemi economici enormi.
Secondo la Fipe, le federazione degli esercizi pubblici della Confcommercio, la zona rossa a Pasqua e Pasquetta provocherà un danno di 580 milioni solo per bar e ristoranti. A cui si aggiungono, secondo Assoturismo, 1,4 miliardi “evaporati” nel turismo più in generale, con 11,3 milioni di presenze in meno. Solo il lockdown di Pasqua costerà al settore circa 2 miliardi.
Questi giorni c’è grande polemica fra le associazioni di categoria ed il Governo che impone praticamente il blocco della mobilità interna mentre in Spagna, alle Canarie ad esempio, è tutto aperto e sono arrivati circa 40 mila tedeschi per passare le vacanze pasquali a Maiorca e Minorca. Con la possibilità di partire per l’estero anche agli italiani, unico limite 5 giorni di quarantena al rientro. “Una toppa peggio del buco”, ha detto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “un’ordinanza incomprensibile , che non porta benefici a nessuno “ , concorda la presidente della Fiavet (agenzie di viaggio) Ivana Jelinic. “L’ennesimo colpo di grazia per migliaia di di imprenditori fermi da un anno” , secondo Luca Patanè di Confturismo.
Ma queste sono polemiche di giornata. Il dramma vero sarebbe se non riuscissimo a far partire la stagione estiva. I mesi di maggio e giugno, anche se le Regioni tornassero in giallo, sono in gran parte persi. Assoturismo ha calcolato che tra marzo e giugno più di 17 milioni di italiani non andranno in vacanza. Semmai nei prossimi mesi, se ci saranno le riaperture, riprenderà il turismo di prossimità, con vacanze brevi e soprattutto verso le seconde case. Un turismo “povero”.
Gli operatori sono preoccupati soprattutto per l’estate: il 52% del turismo in Italia è fatto da stranieri che amano le nostre città d’arte e soprattutto il nostro mare, e di solito si fermano in media almeno 6-7 giorni. Per ora pochissime prenotazioni e dobbiamo combattere la forte concorrenza di Paesi come Grecia, Spagna e Croazia, che si stanno preparando ad accogliere i turisti con isole “free covid”, corridoi ad hoc e vaccini sul posto.
Noi siamo tremendamente in ritardo. Non si sa ancora nulla del passaporto vaccinale – che potrebbe favorire almeno i flussi dei turisti vaccinati – e sulle riaperture delle strutture - hotel, bar, ristoranti, strutture balneari – incombono i dati dell’epidemia che ancora registrano più di ventimila nuovi positivi e 4/500 morti al giorno. Se dopo aprile non si riapre la stagione estiva rischia di saltare.
Finora, secondo la Fipe, sono già scomparse 22 mila imprese e si sono persi 243 mila posti di lavoro. Se mancassimo anche la stagione estiva i danni sarebbero drammatici. E non ci sarebbero ristori e ammortizzatori sociali a tenere in piedi un settore, quello del turismo, che vale il 14 per cento del nostro Pil , con oltre 2 milioni di occupati .
Mauro Lozzi