Dopo il biennio nero della pandemia, l’Italia fa registrare segnali di ripresa sul fronte degli investimenti pubblici in R&S, che, tuttavia, restano lontani dai livelli europei. Nel 2022, infatti, secondo un report Istat, per la ricerca e lo sviluppo sono stati spesi circa 27,3 miliardi di euro, il 5% in più dell'anno precedente. L’Istituto di statistica segnala che la crescita è diffusa a livello territoriale, con incrementi più elevati nel Mezzogiorno (+11,2% nelle Isole e +6,1% nel Sud). La spesa delle imprese aumenta del 4% rispetto al 2021, sostenuta dalle medie e grandi imprese, rispettivamente +1,2% e +6,4% (-5,3% la spesa delle piccole imprese). In aumento anche la spesa degli altri settori: Università (+7,5%), istituzioni pubbliche (+5,2%) e istituzioni private non profit (+2,7%).
Ovviamente, i dati fanno riferimento al 2022. E, anche in quell’anno, nonostante la crescita, l’Italia ha fatto meno dell’Europa. Nel 2022, infatti, secondo i dati Eurostat, l’Ue nel suo complesso ha speso 352 miliardi di euro in ricerca e sviluppo (R&S), il 6,34% in più rispetto all’anno precedente (331 miliardi di euro). L’Italia, invece, dopo lo stallo dovuto alla pandemia, non ha toccato queste percentuali di crescita. Tra le principali economie dell’Eurozona, l’Italia fa fatica a tenere il passo. Se la Francia ha tenuto invariato il proprio impegno di spesa nel settore della ricerca e dello sviluppo (circa il doppio dell’Italia, 55,498 miliardi), Germania e Spagna hanno invece aperto i rubinetti (+8 miliardi e +2 miliardi rispettivamente in un solo anno). Per quanto riguarda il 2023, inoltre, i dati preliminari, fa sapere l'Istat, segnalano invece una battuta d'arresto della spesa in ricerca e sviluppo delle imprese per il 2023: 0,3% in meno rispetto al 2022. Si prevede, tuttavia, un recupero per il 2024 secondo le indicazioni fornite dalle imprese (+4,6% sul 2023).
In generale, l’Italia è 18esima su 27 Paesi europei per percentuale di Prodotto interno lordo investito in ricerca e sviluppo, l’1,3%. La Germania è al 3,1%, la Francia 2,1%. Belgio e Svezia, i membri Ue col più alto livello di investimento nel settore, sono a quota 3,4%.
L’Italia resta indietro anche sul fronte della spesa in istruzione. Nel 2022, secondo i dati forniti dal ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per quanto riguarda istruzione terziaria, università e ricerca, il rapporto spesa/Pil era al 2,9%, contro il 3,2% della media Ocse. Per questo, il ministro ha sottolineato la necessità di un aumento della spesa pubblica ma anche di quella provata.
Ilaria Storti