Mercoledì 16 luglio 2025, ore 0:41

Industria

Allarme rincari energetici: a rischio imprese e lavoratori

Arrivano i primi segnali allarmanti da parte delle industrie energivore in tre settori importanti quali ceramica, vetro e gomma plastica che insieme occupano circa 210 mila lavoratori. L’aumento dei costi energetici non lascia scampo e in questa fase a soffrire sono in particolare le piccole e medie imprese, che in alcuni casi sono ricorse al fermo produttivo con il conseguente spegnimento degli impianti e la collocazione in cassa integrazione di migliaia di lavoratori.

A lanciare l’allarme in questi settori sono i segretari nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, rispettivamente Sonia Tosoni, Lorenzo Zoli e Daniela Piras. “Il devastante mix dei rincari su gas ed elettricità - affermano - provocato anche dalle politiche avventate dell’Ue sui contratti di fornitura a lungo termine sostituiti da contratti spot, aggiunti al sistema Ets (Emission Trading System) e più in generale all’aumento del costo delle materie prime e del trasporto logistico, stanno compromettendo la fragile competitività del sistema produttivo italiano nella dimensione dei mercati europei e mondiali, spingendo le aziende, a partire dalle multinazionali operanti nel nostro paese, a delocalizzare le produzioni verso paesi in cui tali costi sono minori o assenti, rendendo le merci più competitive e profittevoli”.

Le tre organizzazioni sindacali nazionali chiedono un tempestivo intervento alle istituzioni governative per porre fine alle speculazioni finanziarie in atto nel mercato di scambio Ets sulle quote di emissioni di Co2, quote che insieme al rincaro del costo del gas metano rappresentano un aumento spropositato dei costi di gestione delle imprese e un pesante e difficilmente sostenibile rincaro dei costi energetici. “L’Ets - ricordano i sindacati - nasce come strumento dell’Ue per il controllo e la limitazione delle emissioni di CO2 e per stimolare una progressiva conversione verso la sostenibilità ecologica e green dei sistemi di produzione. La forte speculazione finanziaria che si sta scaricando su questi particolari mercati, se non prontamente limitata, rischia di vanificare gli sforzi fin qui fatti e di danneggiare interi settori produttivi del nostro Paese”.

I sindacati lamentano, da parte del governo, la mancanza di importanti politiche industriali ed energetiche. “Ancora una volta - ribadiscono Filtem, Femca e Uiltec - ci troviamo di fronte alla colpevole assenza di politiche industriali ed energetiche che il governo non ha ritenuto di prevedere né come elemento strategico nel Pnrr né sui documenti di programmazione economica e finanziaria. Infatti - continuano - non sono previste misure strutturali per il contenimento dei costi energetici, ma solo piccole scontistiche di iva sull’utenza finale, che non sono assolutamente sufficienti ed espongono il nostro paese ad una destrutturazione industriale con allarmanti conseguenze occupazionali e sociali”.

I sindacati sollecitano quindi al governo un intervento non più rinviabile in particolare sulle fonti di approvvigionamento e sul sistema tariffario e delle accise dei prodotti energetici che deve essere immediatamente adottato per la tenuta del tessuto produttivo e la salvaguardia occupazionale del Paese.
Sara Martano

( 25 ottobre 2021 )

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