Sabato 12 luglio 2025, ore 0:49

Economia 

Benzina, misure contro la speculazione 

I prezzi dei carburanti continuano a salire, dopo che il primo gennaio è finito il calmiere imposto dal governo Draghi. Secondo il sito Quotidiano Energia, il prezzo medio della benzina servito è salito a 1,965 euro al litro, quello del diesel è arrivato a 2,023 euro. Il ministro delle Imprese Urso ha promesso controlli a tappeto incrociati di Guardia di Finanza e di “Mister Prezzi”, il Garante per la sorveglianza dei prezzi. Nelle prossime ore il Consiglio dei ministri valuterà un possibile intervento, con i vertici della Guardia di Finanza che incontrano la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni.
Nella prima settimana di gennaio il ministero dell'Ambiente ha rilevato nel consueto monitoraggio nazionale un aumento dei prezzi sostanzialmente in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise. Dal primo gennaio il rialzo delle accise è stato di 18 centesimi.
Il leader della Cisl Sbarra apprezza la stretta del Governo sui prezzi dei carburanti, con verifiche a tappeto sui rivenditori. E aggiunge: “Bisogna andare fino in fondo, rendere i controlli capillari, dare continuità al monitoraggio ed estenderlo anche ad altre filiere colpite dalla speculazione: dai generi alimentari a tanti beni primari e di largo consumo”. Allo stesso tempo, secondo Sbarra, “vanno prorogati strumenti per calmierare e assorbire parzialmente l'impatto di questa escalation su redditi, salari e pensioni. Significa ripristinare il taglio delle accise, disboscare i balzelli non coerenti al comparto energetico, confermare l'abolizione degli oneri generali di sistema. Il Consiglio dei ministri metta mano a questa emergenza con nuove misure ben raccordate a una nuova e partecipata politica dei redditi”.
Sul tema interviene anche il presidente dell'Istat Blangiardo: “I carburanti hanno sull'inflazione un effetto diretto e uno indiretto, dovuto ai trasporti e all'intermediazione. Questo può rappresentare un grosso problema in prospettiva se le cose dovessero andare nella direzione di una continua crescita”. Blangiardo ha ricordato la stima dell'Istituto sull'inflazione acquisita per il 2023, pari al 5,1%, un dato che però ora potrebbe apparire ottimistico: “Se le cose dovessero ulteriormente peggiorare, il valore potrebbe essere superato al rialzo con effetti soprattutto sulle famiglie meno abbienti”.
Giampiero Guadagni

( 10 gennaio 2023 )

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