Cala il gender gap salariale, restano le enormi differenze retributive tra Nord e Sud. Il Report Istat sui differenziali retributivi in Italia per l'anno 2017, rileva che il gap di genere, ossia la differenza nelle retribuzioni fra uomini e donne, “mostra un trend in calo nel 2017 (+7,4%) rispetto al 2014 (+8,8%), per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria mediana delle donne (+2,4%) rispetto a quella degli uomini (+1%). I rapporti di lavoro che riguardano gli uomini sono il 59% del totale e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto a quella delle donne (10,81 euro). La retribuzione oraria mediana fa registrare un aumento dell'1,7% rispetto al 2014, dello 0,4% rispetto al 2015 e dello 0,3% rispetto al 2016.
L'Istituto di statistica sottolinea che, nel periodo, sono attivi nel settore privato extra-agricolo 18,8 milioni di rapporti di lavoro dipendente che coinvolgono 14,7 milioni di persone e 1,6 milioni di imprese. Il 6,3% del totale di questi rapporti si configura come “low pay job” in quanto registra una retribuzione oraria inferiore a 7,50.
Al Sud le retribuzioni orarie sono più basse del 16,2% ma in crescita rispetto al 2014.
L’Istat aggiorna anche i dati sul part time. Le posizioni lavorative con contratto a tempo parziale sono il 31,7% del totale nel 2017, con una crescita del 24,6%, tra il 2014 e il 2017, più alta di quella registrata per i full-time (10%). Ad aumentare sono soprattutto i rapporti di lavoro part-time per la qualifica di operaio: +28% contro +19,8% di impiegati o dirigenti. Nello stesso periodo, le retribuzioni orarie sono cresciute in modo più marcato per i contratti a tempo parziale: +2,7% (valore mediano) contro +1,7% dei contratti a tempo pieno. La retribuzione oraria mediana delle posizioni lavorative part-time è di 10,07 euro, 1,91 in meno rispetto a quelle con contratto full-time. Il 63% dei rapporti di lavoro con contratto a tempo parziale coinvolge le donne.