Venerdì 19 aprile 2024, ore 23:12

Lavoro 

Cig, scenario allarmante 

Sono ancora 1,2 milioni i lavoratori in attesa della cassa integrazione, con l’opposizione che va all’attacco e chiede le dimissioni del presidente dell’Inps Tridico. Allo stato attuale, sarebbero quasi 200 mila le pratiche in giacenza, di cui un terzo molto vecchie, addirittura di marzo scorso. Sono i numeri Inps alla fine di novembre. Per non parlare di dicembre, con cui si arriverebbe a 365 mila pratiche per 2 milioni di lavoratori. A diffondere i numeri sui ritardi della Cig è Repubblica, che dà un aggiornamento sulla cassa Covid, inserita dal governo nel Cura Italia del 17 marzo.
Numeri senza fondamento, assicura l’Inps, che ne offre di diversi: ”I pagamenti ai lavoratori risultano aver coperto ad oggi il 98,3% delle richieste pervenute, ovvero 16,9 milioni di domande su 17,2 milioni di domande”.
Osserva il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra: la situazione dell’erogazione Cig Covid ”è ancora drammatica, con migliaia di persone che scontano inaccettabili ritardi e una sofferenza sociale in costante aumento, specialmente nelle aree deboli e tra le famiglie monoreddito”. L’impegno del Governo e dell’Inps ”va riconosciuto, ma rischia di essere vanificato da procedimenti ancora troppo inefficienti e farraginosi”. Per garantire la svolta sui pagamenti delle Casse Covid, sostiene Sbarra, ”bisogna mettere in campo ogni sforzo organizzativo, insieme a un intervento legislativo che consenta di pagare in automatico la Cig Covid subito dopo l'istanza da parte del datore di lavoro, rinviando a dopo le necessarie verifiche”. Serve la massima coesione peché si tratta della vita di persone e famiglie in fortissima difficoltà da mesi. ”Le semplificazioni e le misure introdotte fino ad ora, inclusa la possibilità di chiedere l'anticipo del 40%, pur se apprezzabili non hanno risolto il problema. Lo stesso vale per la task force istituita dall'Inps per esaminare le pratiche problematiche. Quello dei tempi di autorizzazione ed erogazione era uno scoglio anche prima del Covid. Ora - conclude Sbarra - con l’escalation della pandemia, lo scenario e' diventato allarmante. Serve uno scatto positivo, con controlli a valle di pagamenti automatici”.
Un altro allarme lo lancia Guglielmo Loy, presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto. Dei 20 miliardi di disavanzo nelle casse dell’Inps “ben 15,7 miliardi sono un buco creato dalla Cig Covid. Una misura straordinaria introdotta dal governo quando ha chiuso il Paese. E che però è stata anticipata da Inps attingendo ai suoi fondi. Loy dice che “il legislatore dovrebbe intervenire prima di mettere a rischio la sostenibilità e dunque le prestazioni Inps”. Se il buco non viene ripianato, sottolinea, ”quando si tornerà all’ordinario l’Inps rischia di non avere le risorse per erogare le prestazioni”. Pensioni comprese, avverte Loy: “E’ un’ipotesi estrema, non certo peregrina. Se l’anticipazione di Inps sulla Cig Covid è strutturale, allora si trasforma in credito dello Stato. Chiediamo che venga sanato per non minare la sostenibilità del bilancio dell’istituto. Se il sistema non è più in equilibrio, qualcuno potrebbe essere tentato di tirare la cinghia sulle prestazioni, pensioni incluse”.Il presidente del Civ aggiunge che “due mesi per ricevere la cassa integrazione sono troppi. Dovremmo scendere a uno e rafforzare gli assegni molto bassi. Non c’è solo un problema di tempi. Qui c’è una questione di bacino da svuotare, di domande incagliate da ripulire”.
Tra l’altro, precisa Loy, “ il rosso da 20 miliardi che indichiamo nel documento si basa sulle ottimistiche stime della Nadef per il Pil 2021. Corretto dal punto di vista contabile, ma non rassicurante”. La profonda recessione poi inciderà molto, con contributi calanti. Il legislatore deve intervenire quanto prima”.

( 25 gennaio 2021 )

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