Domenica 10 dicembre 2023, ore 18:41

Lavoro

Il tasso di disoccupazione a maggio scende all' 11,5%

Il tasso di disoccupazione a maggio cala all'11,5% (era all'11,6% ad aprile secondo il dato rivisto). Lo comunica l'Istat, sulla base dei dati provvisori. Sempre a maggio, il tasso di occupazione risulta invece pari al 57,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali sul mese precedente.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a maggio risulta stabile al 36,9%, rispetto al mese precedente. Lo comunica l'Istat, sulla base dei dati provvisori.

Trend aumento occupati, in un anno +299mila - Dopo l'aumento di aprile (+1,5%), la stima dei disoccupati a maggio cala dello 0,8% (-24 mila). Allo stesso tempo, dopo l'aumento registrato nei due mesi precedenti (+0,3% a marzo e ad aprile), la stima degli occupati sale ancora, seppure in modo lieve (+0,1%, pari a +21 mila persone occupate). Lo comunica l'Istat, aggiungendo che su base annua si "conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati" (+1,3%, pari a +299 mila). Sempre nel confronto annuo, calano i disoccupati (-5,6%, pari a -175 mila) e gli inattivi (-2,2%, pari a -305 mila). In totale, a maggio gli occupati risultano essere 22 milioni 677 mila, i disoccupati 2 milioni 950 mila, gli inattivi 13 milioni 741 mila.

Altro dato: il Pil italiano crescerà quest'anno dello 0,8% e nel 2017 dello 0,6%. È la previsione del Centro studi Confindustria che per effetto della Brexit ha rivisto la previsione al ribasso di quasi il 50%. A dicembre la previsione era di una crescita dell' 1,4% e dell 1,3% nel 2017. "Gli effetti della Brexit - spiega l'Ufficio Studi di Confindustria - saranno più evidenti nel 2017".

La decisione del Regno Unito di uscire dall'Ue secondo il Csc provoca infatti un rallentamento della domanda globale, causa una crescita più lenta nelle esportazioni italiane, l'aumento delle incertezze tra imprese e consumatori con maggiore prudenza nei comportamenti di consumo.

La risalita dell'economia è modesta e ci sono rischi di instabilità. Con la Brexit il rallentamento si estende e la dinamica degli scambi globali è destinata a ridursi. Tra le cause, oltre alla Brexit, le elezioni Usa e il referendum costituzionale "il cui fallimento potrebbe interrompere il recupero intrapreso e far ricadere l'economia italiana in recessione".

( 1 luglio 2016 )

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