Domenica 6 luglio 2025, ore 1:00

Impese

In Piemonte crescono le startup ma le risorse sono ancora poche

Tra gli esempi più significativi ci sono la Novotir di Novara, che studia molecole antivirali innovative; le torinesi Atelier Riforma, che ha l’obiettivo di ridurre il negativo impatto ambientale della moda, attraverso l’economia circolare; Ecoplasteam, che produce un polimero derivante dal riciclo dei rifiuti poliaccoppiati (come cartoni per bevande tipo tetrapak), trasformandoli in un nuovo materiale plastico ecologico, con una ampia varietà di usi; Homes4all, che riduce l’emergenza abitativa favorendo la rigenerazione urbana grazie alla sua rete di investitori a impatto sociale. E ancora Robota di Borgosesia (Vercelli), che ha messo a punto un sistema di sterilizzazione automatizzato per gli studi dentistici; Ri.ciclo di Asti, che ha brevettato una “greenway” modulare, realizzata con pneumatici fuori uso per l’installazione rapida sopra linee ferroviarie dismesse e non solo e la cuneese Vortex, che ha sviluppato una linea di cura della pelle utilizzando gli scarti delle mele. 
Sono solo alcune delle 790 startup piemontesi, censite al 30 giugno 2022, contenute nel quinto rapporto dell’Osservatorio del Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino. Rappresentano il 5,4% del totale nazionale, una quota che non riflette a pieno l’importanza economica della regione, che esprime l’8% del Pil nazionale. 
Il sottodimensionamento è il frutto della dinamica di concentrazione delle startup su Milano (al primo posto in Italia) e Roma (al secondo posto). Secondo gli analisti del Comitato Torino Finanza lo startup system piemontese cresce, ma con un “tallone di Achille” ovvero una dotazione di capitale troppo bassa che dà un tempo ristretto agli imprenditori e ai loro collaboratori per dimostrare la validità della loro idea. 
Il 42% delle startup create sei anni fa in Piemonte non esiste più. È un dato normale - la media nazionale si attesta infatti al 41% - perché queste aziende corrono il rischio d’impresa più il rischio di lancio sul mercato di prodotti e servizi che spesso non hanno mai incontrato una domanda effettiva. 
Sotto il profilo dei dati economici e finanziari, il cluster delle startup piemontesi è stato confrontato con quelle del Nord Italia, ad esclusione del capoluogo milanese. 
Innanzitutto emerge che in Piemonte il volume della produzione del sistema delle startup innovative passa in 4 anni da 6 a 46 milioni di euro, la crescita annuale è del 66%. 
Ma la strada per l’indipendenza finanziaria è in salita. Negli ultimi 4 anni l’indice di “sopravvivenza garantita” delle startup piemontesi passa da 4,3 anni (pari alla media di sistema) ad appena 1,9 anni, che indica l’esistenza di imprese che si trovano in area di pericolo. Hanno cioè meno di due anni per dimostrare di produrre beni e servizi appetibili per il mercato dei clienti o per gli investitori, oppure devono realizzare nuovi round di finanziamento a breve termine.
“Dal rapporto - evidenzia Vladimiro Rambaldi, Presidente del Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino - emerge un sistema regionale che cresce, ma con una dotazione di capitale tale da fornire un tempo troppo ristretto agli imprenditori e ai loro collaboratori per dimostrare la correttezza del concetto alla base della proposta di innovazione. In generale le strategie di incentivazione e di finanziamento (agevolato) dovrebbero essere selettive, per fornire non già una dotazione parzialmente sufficiente a molti, ma una dotazione decisamente sufficiente alle startup più meritevoli, in quanto il rischio di liquidazione precoce per mancanza di tempo riguarda tutte queste imprese”.
Rocco Zagaria

( 27 dicembre 2022 )

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