Martedì 30 aprile 2024, ore 4:19

Economia 

Manovra, a caccia di risorse per il taglio del cuneo fiscale 

L'avviso lanciato dal ministro dell'Economia Giorgetti (”non si può fare tutto”), con riferimento al cantiere per la costruzione della prossima legge di bilancio che entrerà nel vivo a ottobre ed è destinata a tenere sempre più banco nel dibattito tra maggioranza e opposizioni. Le risorse economiche sono limitate, i vincoli Ue stringenti, il contesto economico internazionale segnato da diversi focolai di crisi, dal conflitto in Ucraina al rallentamento di giganti economici come Cina e Germania. Mentre le banche centrali proseguono nella loro politica monetaria rialzista. Una situazione che richiederà al governo Meloni scelte precise, nell'ambito di una manovra finanziaria che arriverà a sei mesi dal voto per le elezioni europee. Se lo scorso anno la legge di bilancio è stata monopolizzata dai provvedimenti contro il caro energia, stavolta in cima alle priorità dell’Esecutivo c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale, per garantire ai lavoratori dipendenti circa 100 euro in più al mese in busta paga per contrastare la corsa dell’inflazione, in Italia attestata ancora al 5,9% a luglio. Per intervenire serviranno certezze sul quadro delle risorse a disposizione. Le aspettative degli analisti sono per una manovra da 25-30 miliardi di euro. La nota di aggiornamento al Def, attesa entro fine settembre, fornirà una direzione di marcia più precisa e una migliore quantificazione delle risorse a disposizione. Difficile ipotizzare il ricorso a nuovo deficit, dopo la crescita della spesa pubblica negli anni della pandemia di Covid. Soprattutto nel momento in cui a Bruxelles si lavora alla riforma del Patto di stabilità.
Senza risorse non si potrà mettere a punto una manovra espansiva. Anche in quest’ottica è stata varata a inizio agosto la misura della tassazione degli extraprofitti delle banche, da cui si stima un'entrata di circa 3 miliardi di euro. Altri interventi simili, sui settori industriali come quello della farmaceutica, non sono esclusi nei prossimi mesi. Nella maggioranza si confida anche sull'andamento positivo delle entrate, l'altra faccia del caro-prezzi. Intanto, però, lo stato dei conti pubblici induce Meloni a predicare prudenza e responsabilità ai suoi Ministri, l'atteggiamento con cui rivendica di aver finora mantenuto a bassi livelli lo spread. Un approccio consigliato anche dal rallentamento dell'economia della stessa Germania e dai rischi recessivi che riguardano l’intera Unione europea. Ma di fronte a questo quadro ”la coperta sarà corta”, denuncia il Pd, prospettando ”una stagione di tagli: sul welfare, sulla sanità, sulla scuola. Non resteremo in silenzio di fronte a questa destra che vuole smantellare lo stato sociale, favorendo furbetti ed evasori”.
Da parte sua il leader della Cisl Sbarra giudica ”comprensibile” la cautela di Giorgetti. Cautela che ”deve portare a scelte precise orientate dalla bussola della coesione. Vuol dire affrontare i nodi della riduzione delle tasse su lavoratori e pensionati e sulle famiglie, investire per risollevare la sanità pubblica oggi al collasso, rendere la previdenza più flessibile, socialmente sostenibile, inclusiva e attenta ai bisogni dei giovani e delle donne”. In una intervista al QN Sbarra sollecita ”un’intesa che apra a una nuova politica dei redditi tra sindacati, imprese e governo contro la speculazione soprattutto sui beni energetici e sui carburanti e sui prodotti di prima necessità, con l'impegno a rinnovare subito tutti i contratti. Bisogna poi rendere strutturale la riduzione del cuneo contributivo, detassare le tredicesime a scaglioni”. Sulla previdenza ”pensione di garanzia per i giovani, rilancio della complementare, estensione e strutturalità dell'Ape Sociale, misure di flessibilità in uscita superando la teoria e la rigidità delle quote”. Per recuperare risorse ”si può redistribuire integralmente l'extra gettito dell'Iva, ed estendere il contributo di solidarietà anche alle multinazionali che in questi anni hanno registrato utili, fatturati e profitti altissimi nell'energia, digitale, logistica, farmaceutica”.
a prossima manovra dovrà affrontare con concretezza e con misure adeguate il problema del calo demografico e delle nuove nascite. Questo il messaggio che arriva forte e chiaro dal Meeting di Rimini.
L'inverno demografico non sembra infatti ancora finito: il 2023 si avvia verso un nuovo record negativo, dopo i 393 mila nati del 2022, avverte l'ex presidente dell'Istat Blangiardo.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano sottolinea: ”Questa è la sfida più importante. Più importante dell'approvvigionamento energetico, delle riforme istituzionali e della regolamentazione delle migrazioni. Perché un corpo sociale che rinuncia al mettere al mondo bambini mostra di non avere speranza nel futuro”. E con l’attuale andamento demografico, aveva detto Giorgetti, nessuna riforma delle pensioni può reggere nel medio e lungo periodo.
Il Governo risponde assicurando la volontà di aiutare le famiglie numerose, a partire dai nuclei con 3 figli, per i quali potrebbero arrivare presto novità.
Questa tipologia non è numericamente molto rilevante: poco più di 900 mila nel 2021, secondo i dati Istat, cioè il 3,4% delle famiglie; mentre considerando le famiglie con 3 o più figli si sale a 1,22 milioni.
Si stanno inoltre valutando il quoziente familiare e sgravi alle aziende che assumono mamme.
Ma sul tavolo dell’Esecutivo si scalda anche il dossier legato alle nuove regole del Patto di stabilità Ue: senza un'intesa a Bruxelles, è l'allarme che sempre da Rimini arriva dal ministro per gli Affari Ue Fitto, l’Italia è a rischio. ”Se non si trova un accordo sul nuovo modello del Patto”a gennaio torneranno le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso”. L’Italia punta tutto sul negoziato che ripartirà a settembre in Europa, dove porterà una proposta negoziale che chiede di escludere gli investimenti, in modo che le nuove regole partano da gennaio al posto delle vecchie. In ogni caso un aiuto all'Italia potrà venire dalla flessibilità nell'uso dei fondi europei, puntualizza Fitto, che ribadisce la linea della cautela sul Pnrr: è ”un'occasione unica”, ma ”parliamo di oltre 150 miliardi di euro che prendiamo a debito”, un macigno sulle future generazioni, che necessità di ”un supplemento di attenzione”.
Giampiero Guadagni

( 23 agosto 2023 )

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